di Maria Grazia Di Mario
Avere un buon medico di base che, in rapporto alle patologie del paziente, può consigliare il vaccino più idoneo e stabilire il momento ideale per procedere con la vaccinazione, in base ad esami differenziati (chi ha, ad esempio, patologie autoimmuni quali l’anemia, dovrà verificare in via preliminare lo stato di attività o quiescenza, così come chi ha avuto problemi di tromboflebite o usa anticoncezionali, effettuare analisi specifiche), inoltre, in sede di vaccinazione avere l’accortezza di riempire il modulo indicando nel dettaglio patologie, o fenomeni di iper sensibilità ed allergie al personale medico.
Questo il consiglio dato dal Prof. Luigi Cavanna (direttore del Dipartimento di OncoEmatologia dell’Azienda Usl di Piacenza), intervenuto al webinar organizzato da Codacons Roma e coordinato dall’avvocato Cristina Adducci.
Sui rischi legati ai vaccini a Rna, ma anche a vettore virale, il professore non si è esposto, di troppo breve durata la sperimentazione anche se ha confermato l’importanza della vaccinazione per le categorie vulnerabili (inclusi i malati di tumore, Hiv, diabetici, patologie che possono facilitare l’infezione). Ma il coronavirus si potrà sconfiggere non solo attraverso la prevenzione (il cui ruolo prioritario è giocato dai vaccini, oltre che dal distanziamento, disinfezione delle mani ed uso delle mascherine) ma investimenti tesi a produrre terapie efficaci e con un maggiore utilizzo dei monoclonali.
Per il professore sarà necessario camminare cioè su due gambe: prevenzione e cura, ma intanto è necessario attivarsi per una terapia domiciliare che sia davvero tempestiva. L’importanza di agire nei primi 5 giorni di affezione si basa su una esperienza vissuta sul campo.
” Da Piacenza, Codogno dista solo 10 minuti. Io lavoro in Ospedale da tanti anni in Oncologia – ha spiegato -, dunque ho una familiarità con la sofferenza e la morte, ma quello che è successo un anno fa non è paragonabile, abbiamo vissuto una situazione apocalittica. Arrivavano decine di pazienti e di ambulanze, che non sapevamo dove ricoverare e come gestire, tutti avevano gravi difficoltà respiratorie. Ad un certo punto abbiamo compreso che avevano alle spalle diversi giorni trascorsi a casa senza cure, arrivavano in ritardo, così abbiamo deciso di seguirli sul posto e ne abbiamo salvati moltissimi, tra l’altro ben felici di venire assistiti a domicilio. E’ importante non riempire gli ospedali, per proseguire nelle attività ordinarie “ricorda Luigi Cavanna, premiato anche con una copertina del Times per il suo coraggio.
La cura può essere effettuata con semplici antinfiammatori, antibiotici (ve ne sono alcuni ad efficacia antivirale e immunomodulante), cortisone (somministrato però non subito, dal quinto giorno in presenza di complicanze) ed eparina. Un protocollo adottato anche dal medico di base di Fabrizio Farese di Osteria Nuova (Rieti), intervistato più volte dalla nostra redazione. Come dire, il buon senso si gioca sul campo e il giuramento di Ippocrate fortunatamente alcuni medici lo rispettano.https://www.sabinamagazine.it/il-covid-19-si-puo-curare-ma-somministrando-subito-la-terapia-il-protocollo-di-fabrizio-farese/
“Ad inizio malattia -ha precisato il professor Cavanna – il corpo va aiutato solo con antinfiammatori per permettere la naturale produzione di anticorpi, solamente se lo stato di febbre e tosse persiste si passa al cortisone, l’eparina viene utilizzata per evitare i trombi. Il Covid dopo qualche giorno sparisce dal corpo, ciò che può rimanere ed autoalimentarsi è una reazione autoimmune forte, che può portare all’autodistruzione del polmone. Da tenere a portata di mano anche un saturimetro che va però usato nel modo giusto: va applicato sul dito che deve essere un pochino scaldato, possibilmente quando si è seduti e non coricati, l’allarme scatta se scende ad un valore di 92-93. A tutti coloro che invece hanno avuto già il Covid e lo hanno superato il vaccino va somministrato previo esame preliminare sugli anticorpi, sembrerebbe essere sufficiente una sola somministrazione, chi ha avuto invece problemi con una prima somministrazione potrebbe cambiare vaccino, tendenzialmente non esistono controindicazioni, anche se ancora non sono state prese decisioni in merito in Italia”.
Tutti i vaccini potrebbero essere efficaci (ha concluso il professore) anche sulle varianti e riducono senz’altro l’ospedalizzazione e le forme gravi. Il professore ha ricordato anche l’importanza di una alimentazione semplice, sana, ricca di frutta, verdura, con poca carne rossa e niente fumo ed superalcolici.
https://www.sabinamagazine.it/il-medico-fabrizio-farese-lancia-il-protocollo-pre-vaccinazione/