Una cortese segnalazione del signor Stefano Buccolini di Roma, costruttore e riparatore di organi a canne, mi ha fatto apprendere l’esistenza di un importante strumento di Angelo e Nicola Morettini nella cattedrale di Magliano Sabina.
Avevo già acccennato a questo strumento in un mio precedente articolo, ma in seguito alla trasmissione della scheda completa da parte del suddetto signor Buccolini, ritengo oppoprtuno tornare sull’argomento e trattare dell’organo che purtroppo non esiste più. Il signor Buccolini ne aveva schedato le caratteristiche tecniche quando lo strumento era ancora conservato nel sottotetto della cattedrale.
Lo strumento aveva le seguenti caratteristiche:
Una tastiera di 56 note (Do-sol), con prima ottava cromatica. Pedaliera diritta di 17 note (Do- Mi bemolle) con prima ottava scavezza.
I registri erano i seguenti:
Principale bassi 16’
Principale soprani 16’
Principale bassi 8’
Principale soprani 8’
Ottava 4’
XII
XV
XIX
XXII
XXVI
XXIX
XXXIII e XXXVI
Gariglione
Voce Umana
Violoncello
Viola
Corno Inglese
Flauto traverso
Violino
Ottavino
Decimino
Trombe sprane
Bombardino bassi
Bombardone al pedale
Contrabbassi ed ottava al pedale
Come ho già accennato, lo strumento risulta databile intorno al 1861 e fu costruito da Angelo e Nicola Morettini di Perugia. Esso non appare nel catalogo della ditta e rcostituisce quindi un’ inedita notizia relativa alla sua produzione nel Lazio.
Si trattava di un organo di grandi dimensioni, basato sulla misura del Principale di 16 piedi e caratterizzato da svariati registri caratteristici e peculiari della fabbrica Morettini, quali il Violoncello ad ancia, il Violino e la Viola ad anima nonchè il Decimino che Morettini nei suoi primi strumenti era solito chiamare “Acciarini”.
Immancabile la presenza del Flauto traverso (Traversiere) realizzato dai Morettini sia a cuspide che con canna tappata o a camino.
Da notare anche la presenza del registro “Gariglione”, deformazione della voce “Carillon” , cioè composto da una tipica rastrelliera che sorreggeva campanelli metallici in scala armonica, caratteristica sonorità della metà del XIX secolo.
A mio avviso si tratta di un’ incredibile perdita per il patrimonio organario della Sabina.