Nelle scorse settimane il Sahara Occidentale è stato colpito da violenti nubifragi che hanno inondato i campi per rifugiati saharawi, distruggendo le tendopoli e le infrastrutture pubbliche come i magazzini che contenevano le scorte di cibo.
Quaranta anni fa, il Sahara Occidentale, cioè la metà meridionale dell’odierno Marocco, fu smobilitato dalla Spagna, che l’aveva colonizzato, ma subito invasa dalle truppe marocchine che costrinsero i Saharawi ad abbandonare la propria terra, trovando rifugio nel deserto. Oggi gran parte dei Saharawi vive nei campi per rifugiati allestiti in una striscia di deserto tra Algeria e Marocco, in condizioni durissime ai limiti della sopravvivenza, garantita soltanto dalla solidarietà di associazioni come quella dei Gemellaggi di Fara in Sabina, che anche in questa occasione si è impegnata organizzando una raccolta di beni.
Iniziativa che ha trovato subito il sostegno dell’Amministrazione comunale, con il sindaco Davide Basilicata che ha scritto all’Ascom e agli istituti scolastici della città: “Una grande emergenza umanitaria che, purtroppo, non trova spazio nei mezzi di comunicazione di massa ma che ha già provocato la mobilitazione dei nostri volontari. Fara in Sabina è una città accogliente. Contiamo sull’aiuto dei commercianti e degli studenti per dimostrare ai Saharawi che qui ci sono tante persone sensibili che non chiudono gli occhi ed aprono il cuore”.
Fino al 15 dicembre è possibile donare riso, lenticchie secche, tonno in scatola e coperte che saranno consegnati ai Saharawi. Il materiale va lasciato in via Giovanni Falcone n. 73 presso i locali dell’Accademia del Tempo Libero, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22.