POGGIO MIRTETO – Nell’ambiente de La Sabina si è guadagnato il titolo di “avvocato” e per tutti, da 25 anni, è il prezioso punto di riferimento nella segreteria della società calcistica mirtense-montopolese. Un impegno costante, quello di Stefano Rossetti, che non a caso gli è valso nello scorso mese di dicembre un riconoscimento di prestigio con la consegna di targa e diploma di benemerenza all’hotel Hilton di Fiumicino da parte del presidente della Figc Carlo Tavecchio e del presidente della Lnd Antonio Cosentino: un premio di caratura nazionale riservato ai dirigenti di società calcistiche che hanno superato i 20 anni di collaborazione e che per Rossetti si aggiunge a quello già ricevuto nel 2006 dal Comitato Regionale Lazio.
“E’ stata per me una grande soddisfazione e continuerò a prestare il mio servizio per La Sabina – dice Stefano Rossetti – come ho sempre fatto dalla stagione 1990/91. Da allora la società ha cambiato diverse denominazioni, dirigenti, categorie: in particolare ricordo il momento della fusione tra le squadre di Poggio Mirteto e Montopoli di Sabina che a suo tempo costituì un avvenimento non solo sportivo ma addirittura di carattere sociale, visto il distacco e le diatribe precedenti tra i due paesi e le rispettive realtà. Tanti sono stati i giocatori e i dirigenti che hanno operato in questa società: un ricordo voglio dedicarlo ai dirigenti Marcello Carosi e Pierino Armini, oltre a Franco Grillo che per tanti anni ha ricoperto incarichi tecnici e poi dirigenziali. Persone che purtroppo ci hanno lasciato prematuramente ma che hanno tracciato un segno inequivocabile di serietà e passione soprattutto nei rapporti umani. Col passare degli anni sono mutate le condizioni di vita sociale e con esse anche il mondo del calcio dilettantistico: vent’anni fa c’era solo il pallone e i ragazzi manifestavano tutta la loro passione in quello che rappresentava essenzialmente un divertimento; poi sono subentrate altre situazioni e atteggiamenti che di sicuro hanno affievolito, e di molto, impegno e dedizione. Oggi le società devono fare i conti con bilanci economici sempre più gravosi, con la conseguenza che non tutte riescono a portare avanti la propria attività. Sarebbe un discorso lungo e difficile – conclude Rossetti – che lascio a chi gestisce le squadre dilettantistiche ma di sicuro rimpiango i tempi in cui il gioco del calcio era ancora divertimento e posso dire di aver avuto il privilegio di vivere quell’epoca”. di Renato Leti articolo tratto da Il Messaggero