di Giorgio Giannini
Nei Comuni di Prata di Ansidonia e di San Pio delle Camere, in provincia de L’Aquila, si trova il sito archeologico di Peltuinum, un’antica città dei Vestini, costruita su un pianoro sopraelevato, poi diventata municipio romano nel I secolo a. C. , da cui si gode un bellissimo panorama su tutta la zona circostante, compreso il Gran Sasso.
L’area archeologica, da sempre nota per l’affioramento di tratti delle antiche mura, è stata dichiarata “monumento nazionale” oltre un secolo fa, nel lontano 1902, ma gli scavi sono iniziati solo nel 1983 dagli archeologi dell’Università romana de La Sapienza, in collaborazione con la Sovrintendenza archeologica dell’Abruzzo, e proseguono in modo limitato ogni anno.
Le indagini, molto parziali, hanno accertato che l’abitato ha una superficie di circa 26 ettari, ed hanno portato alla scoperta del Tempio, del Teatro (la cui foto compare sotto il titolo del presente articolo), di una necropoli arcaica, fuori delle mura, utilizzata dal VII secolo a. C. al I secolo d. C. (indagata solo parzialmente), di un’altra necropoli, all’interno delle mura, di alcune domus (case) e di due cisterne. Pertanto, può diventare la “Pompei dell’Abruzzo” perché è stata solo in minima parte scavata e quindi potrebbe riservare delle scoperte molto interessanti, in particolare quella di un anfiteatro, che era in genere presente in tutte le città romane, e di mosaici molto belli, in qualche domus di prestigio.
La città era attraversata dalla Via Claudia Nova, realizzata dall’Imperatore Claudio (che provvide anche al primo svuotamento del Lago del Fucino nell’anno 52, dopo 11 anni di lavori) sul tratturo L’Aquila-Foggia, usato per la transumanza del bestiame soprattutto ovino, dalle vicine montagne verso la pianura pugliese.
Nell’anno 443 c’è stato un terremoto disastroso che ha causato, per i danni inferti alle strutture degli edifici, l’abbandono progressivo dell’abitato, che si è accentuato il secolo seguente con la guerra greco-gotica, che ha indotto tutti gli abitanti a rifugiarsi nelle alture vicine, più facilmente difendibili. Pertanto l’abitato di Peltuinum è diventato una cava di materiale edilizio, mediante la spoliazione degli edifici principali, compreso il Tempio ed il Teatro, per la realizzazione delle costruzioni nei nuovi siti di insediamento della popolazione.
Ci auguriamo che gli scavi procedano più celermente e che la zona venga recintata ed adeguatamente controllata per evitare l’asportazione di materiale archeologico.