di Maria Grazia Di Mario
“Da molti anni stavo lavorando su quello che era evidente: le canzoni di Bob Dylan, di Leonard Cohen, De Gregori, De Andrè, Brassens, Brel, ma anche dei gruppi come i Beatles, i Rolling Stones, gli Animals avevano radici più antiche, che affondavano nelle letture di romanzi e poesie o nelle tradizioni popolari, rilette e reinterpretate, come nel caso di The house of the rising sun o di Scarborough fair, tra i tanti. Ma di quali radici parliamo? Per molti dei francesi l’esistenzialismo, e non a caso Juliette Gréco diventò un’icona come musa di quella corrente letteraria e filosofica, ma, più in generale, la letteratura antica e i suoi miti: come non pensare all’Ulisse che tanto ha affascinato sia i francesi che i cantori del vagabondaggio come Woody Guthrie, ma anche i nostri Luigi Tenco e Lucio Dalla. E non è solo un caso di debiti consapevoli: gli elementi mitopoietici che hanno fatto la letteratura sono spesso addormentati in noi, e talvolta si risvegliano anche senza consapevolezza di essere tali. Basti pensare al mito della strada, all’amore contro tutto e tutti (che richiama anche la concezione provenzale e non solo quella romantica), al poeta maledetto e isolato, alla solitudine “, ha spiegato Marco Testi, storico della letteratura e critico letterario, nel corso della presentazione del libro “La Cetra e la Penna” (Àncora edizioni), che si è tenuta presso la Biblioteca Peppino Impastato di Poggio Mirteto, relatori Daniele D’Ambrogio e Franco Esposito. Un libro nato da una esigenza, quella di andare alla ricerca delle fonti letterarie della canzone d’autore, soprattutto tra gli Anni Cinquanta e Settanta e che ci dona un bel viaggio indietro nel tempo, fino al Medioevo e ancora più indietro, fino ai testi sacri, alla Bibbia stessa. Un saggio in un certo senso realizzato a quattro mani, con l’aiuto del docente ed esperto musicale Daniele D’ambrogio, senza il quale (ha tenuto a precisare Marco Testi), non sarebbe mai uscito, fondamentale la sua profonda conoscenza del continente musica d’autore (e non solo) e una faticosissima ed accurata revisione.
“Questo libro nasce da un incontro scolastico, lavoravamo insieme al Liceo. Quando avevo momenti di tranquillità mettevo musica in sottofondo, nel tempo abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci su diversi argomenti e di entrare in profondità, soprattutto compreso di essere in sintonia sotto l’aspetto musicale – ha ricordato D’Ambrogio – . Marco aveva scritto tanti fogli sul rapporto tra letteratura e musica d’autore che parte molto da lontano, dall’anno Mille fino alla Domenica Bestiale di Concato, per intenderci, me li ha portati e io ho iniziato a trascrivere. Questo è stato il mio apporto. Per me è davvero un bel libro, ne ho letti diversi ma un argomento così profondo, impegnativo, non mi era mai capitato. Ho consigliato di abbassare il livello linguistico e Marco mi ha ascoltato, dopodiché è stato sottoposto alla casa editrice che ha deciso di pubblicarlo. Da questo percorso è venuta fuori un’opera importante che parte dalla storia dei Trovatori, poeti/musicisti francesi, ai cantautori, c’è un percorso che rispecchia tanti autori rock (Lou Reed, Bob Dylan), ce n’è per tutti i gusti, fino alla musica italiana, a Guccini… E’ presente un ampio campionario che arriva ai primi anni Anni Ottanta. Ogni capitolo potrebbe ulteriormente sviluppare un libro intero”.
“I rapporti tra letteratura e canzone sono molto più profondi, quando ci immergiamo nella ricerca ci rendiamo conto che sono forti le radici in noi, consapevoli ed inconsapevoli”, ha precisato l’editore Franco Esposito (Fuorilinea).
Altri temi approfonditi “la solitudine e la noia”. Solitudine per l’autore intesa quale “elemento fondante assieme a quello del sospetto di follia che grava sui solitari: basti pensare a The fool on the hill e a Eleanor Rigby dei Beatles, o a Ruby Tuesday dei Rolling Stones”; Noia invece quasi leopardiana della domenica “borghese”, che viene anche da Baudelaire e Rimbaud, con presenza dell’elemento biblico e mitico, più forte di quanto si possa pensare, della contrapposizione tra sogno e quotidiano e molto, molto altro.
Un libro ricco di notizie e confronti che ben fonde letteratura e musica andando a riscoprire le radici più antiche, una occasione di lettura per i giovani cantautori che sembrano aver perso le parole universali della poesia.
Marco Testi è storico della letteratura e critico letterario. Scrive sulle pagine culturali dell’agenzia stampa SIR, su «L’Osservatore Romano» e «La Civiltà Cattolica». Ha pubblicato, fra le altre cose, Sentieri nascosti. Quando i libri celano nuovi modi di vedere il mondo (Ed. Fili d’aquilone, 2019); La cura. Il libro come salvezza dalla solitudine e dalla paura (Fuorilinea, 2021) e il romanzo Risvegli (Robin, 2023).