di Lorena Paris
Il nuovo libro di Gianfranco Angelucci si intitola “La vita e altri imprevisti”, pubblicato da Poiesis Editrice per la collana “Le rive dei narratori”. Letto e anche piacevolmente riletto. Perché un bel libro – come una bella poesia o un bel film – necessita di “riletture”, al fine di poter e voler cogliere sia aspetti e “messaggi” dell’autore, meno palesi, sia emozioni che possono affiorare nuovamente e, non di meno, per ancor meglio apprezzare la fluidità della penna di Angelucci. La capacità espressiva delle sue parole così giuste, precise, eleganti, che egli sceglie di usare, con poetica naturalezza.
Parole, delle quali il significato e il significante tracciano il sentiero della suggestione.
Gianfranco Angelucci racconta di accadimenti e sentimenti che hanno lasciato in lui un segno, uno stupore, che hanno catturato la sua attenzione e aperto la via dello sguardo verso la ricerca della tenue comprensione dell’incomprensibile.
Si tratta, infatti, del suo primo libro di racconti, storie luminose, situazioni vere, fatti realmente accaduti che egli ci regala con la sua puntuale e sapiente narrazione. Episodi di vita, quindi, con i suoi imprevisti, non intesi come contrattempi od ostacoli , ma come coincidenze, impenetrabili trait d’union, tra la realtà e
l’ immaginazione. Il nesso tra sacralità e naturalità, materialità e spiritualità. I leitmotiv delle bellissime e “magiche” storie sono i segnali imprevedibili, la sincronicità e il legame di circostanze che risultano unite da un filo invisibile e che intreccia ad esso gli esseri viventi, i sentimenti, le cose, i luoghi, il tempo.
Lo stesso Angelucci confessa nel libro che, dopo la scomparsa di Federico Fellini, continuavano ad accadergli episodi che egli stentava a decifrare ma che lo facevano sentire vicino ad un prodigio.
I racconti ci regalano la chiave per aprire la porta
dell’ incredulità , delle piccole meraviglie che ci riserva la vita, delle vibrazioni spirituali, che possono giungere a chi le può, o vuole, riconoscere e accogliere.
Amabili e carichi di ricordi i brani legati a Fellini, del resto l’autore è stato suo grande amico e prezioso collaboratore, per decenni. La presenza di Fellini, quindi, aleggia in varie parti del libro, in alcune il grande Maestro del cinema ne è protagonista. Commovente e intenso è il capitolo dal titolo “Labirinto” dedicato al suo incontro con Giulietta Masina, gli inizi della loro carriera, i grandi successi e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo. Due destini incrociati, coincidenze contemporanee che possono prender vita o meno , così come metaforicamente rappresentato in una scena del film “Amarcord” e che Angelucci ricorda alla fine del capitolo.
I brani intitolati: “Iside”, “Cloche”, “Marinaretto”, “Arpa”, “Scambista” testimoniano fatti pervasi da segnali intriganti e inspiegabili. Combinazioni di circostanze che sembrano lasciar intendere un disegno, un destino preordinato e anche un pizzico di malia.
Menzione a parte merita l’ultima storia del libro, che rivela la splendida coincidenza che fa da spunto al ricordo dell’ amico, artista e poeta Tonino Guerra, nonché ai suoi versi famosi. Scrive di lui Gianfranco Angelucci: ” Aveva provato a convincere la gente che la poesia non è soltanto quella che si legge nei libri, ma è la misura del nostro sguardo, la rivelazione del creato, e il suo sacro rispetto. Anzi, senza la poesia, il mondo non esisterebbe affatto, perché è il Verbo, come affermano le Scritture che “in principio” crea esseri e oggetti donando loro un nome.”
Non posso non segnalare i miei brani preferiti: “Mackintosh”, “Formichina”, “Clandestino” “Cervo” “Justine” “Buck”. Attraverso la loro lettura, infatti, la commozione si è fatta densa e profonda. Un filo prezioso, lucente e magico ha unito – anche da un capo all’ altro del mondo – i protagonisti delle storie, le persone, gli animali, questi ultimi da sembrare quasi umanizzati nel loro comportamento, specchio di sentimenti. Angelucci conferisce attenzione poetica alle sue “casuali” esperienze, che casuali non sono, alcune avvenute anni fa, ma mai dimenticate e descritte in modo affascinante, vivido e intenso.
Le coincidenze viaggiano sul binario della buona attenzione e relazione, con e per il “mondo”. Esse sono parte integrante del complesso puro, vitale e naturale della nostra esistenza. Non credo che la questione sia credervi o no. Esse accadono.
“La vita e altri imprevisti” di Gianfranco Angelucci ne è la lucida prova, l’ammaliante testimonianza che da quel meraviglioso “Suono Madre” da cui è nata la vita, siamo stati, siamo, saremo, finché l’Universo lo vorrà, sempre in sintonia.
Lorena Paris