di Maria Grazia Di Mario
Non è il protagonista del libro a parlare e raccontarsi, è il suo popolo a parlare, IN CORO, della psicologa Franca Cupelli, stampato presso la tipografia Sabina di Urbanetti, è di fatto un’opera corale nella quale l’intervento dell’autrice si può paragonare all’intervento di un direttore d’orchestra, alla fine dell’ascolto si ricompone armoniosamente il quadro musicale. La figura di Don Enzo Chierchi (nato a Rieti il 7 novembre del 1949 e ordinato sacerdote il 29 giugno 1965) viene ben raccontata (con uno stile adatto ad ogni tipo di lettore) da una sessantina di persone, persone che hanno avuto la fortuna di incontrarlo nei vari luoghi nei quali ha esercitato il suo sacerdozio come una missione che ha avuto quale segno distintivo la creatività e l’empatia, un donarsi al servizio del popolo, un popolo portatore di valori da difendere. E in un periodo storico nel quale domina l’egoismo, la figura di Don Enzo Chierchi si staglia maestosa, un esempio da seguire per il Clero in generale, un maestro di vita per tutti.
Il libro è stato presentato a Cantalupo in Sabina, nella Chiesa di Santa Maria Assunta in cielo, da Luciano Fabrizi, alla presenza di Simonetta Enei, Alessandra Menicucci, Anaide Concezzi, del sindaco Paolo Rinalduzzi, dell’assessore alla cultura Eleonora Farneti e con la presenza di PRIMO PIANO, programma di ambiente, attualità, cultura e territorio di Fabio Settimi.
“Tutto è cominciato per caso, un paio di anni fa mio marito legge il quotidiano Il Messaggero dove si parla di una festa a sorpresa che il sindaco e i cittadini di Montebuono avevano organizzato per il suo compleanno, al compimento degli 82 anni. – racconta l’autrice -. Io ho conosciuto Don Enzo negli Anni Ottanta e mi ha dato sempre una grossa mano con i miei pazienti. Lo chiamo per congratularmi, parlando al telefono mi racconta una storia straordinaria, quella delle sue origini. La nonna paterna, sarda, nel 1900 ebbe un figlio fuori del matrimonio, il padre si ripresentò quattro anni dopo per sposarla ma lei rifiutò dicendo “questo bambino si chiama Chierchi e Chierchi rimane”. Rifletto che forse con certi presupposti si capisce meglio il suo operare in vari campi con coraggio, competenza, dedizione, fiducia. Insisto che dovrebbe scrivere la storia della sua vita, riflette, poi due anni fa mi chiama e dice …”se io racconto e tu scrivi?” . Potevo dire di No? Questo libro è stato un vera sfida. Ho coinvolto mio marito Fabrizio Tomaselli per la correzione delle bozze, per la copertina gli amici acquerellisti Marcello Roscioli, Alessandra Menicucci e Pierina Ursitti e 60 persone delle quali sono state pubblicate le interviste, sono loro a raccontare soprattutto l’operato di Don Enzo. Il libro così è diventato una sorta di coro. Direi che il suo punto forte sta nel fatto di avere quale protagonista la creatività, incarnata dalla operatività caleidoscopica dello stesso Don Enzo”.