di Renzo Giorgetti
Anticamente il paese si chiamava Aspra in Sabina.
Nel 1600, per celebrare il XII Giubileo, si racconta che la Comunità acquistò un grande organo per la chiesa di S.Giovanni Battista.
Il Giubileo, indetto il 19 maggio 1599 da Papa Clemente VIII, cioè Ippolito Aldobrandini (1536-1605), richiamò a Roma una grande quantità di visitatori e doveva terminare al 31 dicembre 1600. Fu poi prorogato fino al 13 gennaio 1601.
Cercando di intuire chi fosse l’autore dell’organo di Aspra, acquistato dalla Comunità nell’anno 1600, possiamo ipotizzare che in qualche modo le preferenze artistiche del papa Clemente VIII possano avere influenzato la scelta del costruttore.
Il fabbricante di organi favorito dal Papa era, come è noto, Luca Blasi di Perugia che aveva già realizzato un organo idraulico per il giardino di Monte Cavallo nel 1598 e l’organo monumentale nella basilica di S.Giovanni in Laterano nel 1599. Del primo strumento si ha il seguente ricordo:
“Nel tempo di Clemente VIII si fece l’organo idraulico oggetto anch’esso di ammirazione dei visitatori esteri di quel tempo”.
In data 24 marzo 1598 era stato effettuato il relativo pagamento al celebre organaro perugino:
“A Luca Bugi [recte Biagi] organista […] in servitio delli condotti, fontante et organi del nostro giardino di Monte Cavallo”.
Del secondo strumento di commissione papale in S.Giovanni in Laterano, gli storici riferiscono:
“Vi sono le tre porte laterali della chiesa, sopra le quali v’è l’organo fattovi dallo stesso Clemente VIII, il quale è il migliore e il maggiore di quanti ne sono in Roma; e in esso si legge il nome dell’artefice nella seguente guisa: Lucas Blasii perusinus fecit Anno Domini MDXCIX”.
Ricordo inoltre che lo stesso Blasi fu chiamato in seguito a Farfa per la costruzione dell’organo della abbazia nel 1604, segno evidente che era già nota la sua attività nella Sabina.
Come si può vedere sono molti gli elementi portanti alla conclusione che l’organo giubilare di Aspra in Sabina fosse stato fabbricato dall’artista Blasi.
Per quanto riguarda le vicende successive dell’organo ho rintracciato un documento assai interessante dal punto di vista organario, che ho trascritto integralmente.
Nell’archivio storico comunale (fascicolo n. 8) esiste un a lettera del 1810 “offerta dell’organaro per la riparazione dell’organo”.
Trattasi di una relazione scritta dall’organaro Francesco Pasquali di Roma, allievo e successore del più celebre costruttore austriaco Johannes Conrad Werle.
Una sua lettera inviata ai canonici della cattedrale di Città di Castello, nel 1809, accennava alla sua derivazione artistica da tale maestro, come ho indicato in un saggio incluso in un libro del 1999:
“Primo di comporgli un pieno nella stessa scola del tedesco che fece l’organo rinomato della Madalena di Roma, la qual scuola l’ò praticata in vari organi da me restaurati nella Campagna Romana: Albano, Velletri, Frascati, Marino, Genzano e porzione della Sabina”.
Il testo della relazione per l’organo di Casperia mostra alcune modifiche ed aggiunte da esso apportato, che rendono più chiara la composizione fonica dell’organo Seicentesco della collegiata:
“Io sottoscritto di professione organaro, per rendere assai più migliora l’organo di questa insigne Collegiata, mi obligo e prometto di trasportare il flauto in quinta all’ottava e questo sistemarlo al medesimo tuono del registro ottava, che per ridurre il medesimo flauto in quinta in ottava si deve fare la giunta a quasi la metà delle canne delli acuti che ascienderà a circa venticinque e più canne e il resto nelli bassi vanno attappati e saldati che si rendano perpetui; oltre di ciò il registro detto vigesima nona va ridotto in vigesima sesta, che allora resta l’armonia più grata e meno aspra e vanno posto in tuono li controbassi, cioè Cisolfaut, Delasolre, Elami e Fefaut per qui [sic] varanno levata quella giunta e ridotti contro bassi bastardi, come susiste generalmente nelli altri organi, porre il registro dell’ucelliera e mettere altra pelle ad un mantace e tutto questo a mie spese di cibarie e tutto l’occorrente che si intende per detto lavoro per la somma di scudi sei, in fede etc. Aspra 15 maggio 1810.
Francesco Pasquali mano propria
Ristringo le mie mercedi a scudi cinque e questi da pagarmisi a opera terminata e riconosciuta, in fede Francesco Pasquali.”
Lo strumento esiste ancora e conserva, almeno nella facciata, le caratteristiche stilistiche originarie.
Un sentito ringraziamento al dottor Lorenzo Capanna, al Dr. Marco Cossu consigliere delegato del Comune di Casperia ed alla signora Samantha che hanno cortesemente inviato la riproduzione del documento archivistico
Riferimenti bibliografici:
Archivio Storico Comunale, Casperia, carteggio, fascicolo n.8.
AA.VV., Studi e documentazioni organi ed organari in Umbria dal 1400 ai nostro giorni, Italgraf snc Perugia 1999, p.265.
Stato della SS. Chiesa Papale Lateranense dell’anno MDCCXXIII, nella stamperia di S.Michele a Ripa Grande, in Roma MDCCXXIII, p.89.
Johannes Albertus Franciscus ORBAAN, Documenti sul barocco in Roma, nella sede della Società alla Biblioteca Vallicelliana, Roma 1920, p.154.