GENTILE DIRETTORE,
A 30 anni dalla riforma del codice di procedura penale cosiddetta “Riforma Vassalli” dal nome del grande giurista e Ministro socialista, che mi onorò, nel lontano 1982, peraltro, di essere il relatore della tesi di laurea alla Sapienza di Roma, sono necessarie alcune brevi considerazioni sul ruolo del pubblico ministero in ITALIA. Il pubblico ministero detto PM è l’organo della amministrazione giudiziaria di uno Stato articolato in più uffici e preposto, principalmente, all’esercizio dell’azione penale. In altri paesi, come quelli di Common law, la carica viene ricoperta da avvocati che si chiamano persecutor, district attorney, cioè del distretto, e attorney general cioè procuratore generale, al massimo livello. La prima figura dunque, è quella dell’avvocato- persecutor, che somiglia ai nostri avvocati-vice procuratori onorari di udienza. Durante la stagione di “mani pulite”, soprattutto Forza Italia ed i suoi esponenti insistettero molto su una riforma che prevedesse proprio gli avvocati “accusatori” e quelli difensori, come avviene nei paesi di common law e dunque negli USA. Non credo, tuttavia, fosse questo esattamente quanto ideato e previsto nella riforma del 1989. Res sic stantibus, come al solito in Italia, si resta, dopo molti anni in mezzo al guado. Non essendosi realizzata dopo 30 anni, la riforma alla ” americana ” e chiedo scusa per il termine gergale, voluta da molti, dall’altro lato FINITA l’attrazione popolare per i DAVIGO, i DI PIETRO ecc…, resta in concreto la riforma VASSALLI, il quale aveva, PERSONALMENTE, vissuto 50 anni prima della fine degli anni 80-90 e cioè della Sua riforma, il fascismo, il carcere e vari processi, con una Magistratura schierata con la dittatura di MUSSOLINI. Siamo all’epoca dei fatti di Via Rasella e poi delle famigerate FOSSE ARDEATINE. Nel dopoguerra Togliatti ed il PCI, avevano cercato, riuscendovi in gran parte, di dare vita alla formazione di una nuova generazione di Magistrati, che avranno e raggiungeranno il loro apice, proprio, storicamente, agli inizi degli anni 90, nell’epoca di ” mani pulite “. Oggi invece, finita questa epoca, che molti chiamano di “Giustizialismo”, torna la concezione SOCIALISTA di Giuliano Vassalli, che certo era ANTIFASCISTA, anche, come ho scritto, per la propria esperienza di vita a Roma durante l’occupazione nazista- TEDESCA, ma… non era neanche di tradizione COMUNISTA come Palmiro Togliatti. Il Magistrato del PM, dunque , OGGI ,non deve essere il ” CATTIVO ” del processo, ma deve tenere nel debito conto gli elementi FAVOREVOLI all’accusato. Allora queste considerazioni a 30 anni dalla riforma del PROFESSOR VASSALLI, ed ormai a qualche anno dalla Sua morte, ci fanno capire che come al solito in Italia siamo in mezzo al guado…..Per cui.. O si va verso un sistema effettivamente di Common Law, oppure il PM deve essere il primo Garante, il primo filtro delle denunce , ed il rappresentante degli interessi pubblici e generali dinanzi a tutti gli organi giurisdizionali come avviene in Francia, ed anche in altri paesi Europei e non il PERSECUTOR.
distinti saluti.
avvocato Adalberto Andreani.
Rieti.