Grande successo del Caffè Letterario di Vescovio che ha visto Marco Testi “intervistare” Stas’ Gawronski sul suo ultimo libro di racconti
Il Caffè Letterario del 22 aprile presso l’Istituzione Teresiana di Vescovio ha visto il pienone delle grandi occasioni: è stato presentato da Marco Testi e da Marina Bressan il libro di Stas’ Gawronski, Gli undici (Fuorilinea, 2023, 93 pagine, 14 euro), nella sala delle Teresiane che vede da ormai 13 anni alternarsi artisti, scrittori, poeti, storici, filosofi in quello che ormai è divenuto un classico della Sabina e non solo. Grazie ad alcuni amici dell’istituzione da qualche anno è infatti possibile iscriversi e partecipare gratuitamente in streaming agli incontri. E anche la raccolta di racconti di Gawronski rientra nel tema di quest’anno (ogni anno il Caffè Letterario si svolge secondo un tema stabilito), vale a dire la territorialità sabina di scrittori, editori ( la sede di Fuorilinea è a Monterotondo), personaggi, temi. E stavolta, oltre ai consueti amici del Caffè, erano presenti scrittori, poeti, giornalisti, editori, docenti: segno evidente di un ritorno di interesse verso la letteratura.
Gli undicidi Gawronski -conduttore di trasmissioni televisive culturali e scrittore- sottolinea fin dal titolo il numero dei personaggi. Ci sono docenti all’ultima lezione con i fatali interrogativi sul dopo, vista anche la loro solitudine, medici, fotografi con un passato di violenza, mogli con mariti che affrontano malattie: come ha detto nella sua presentazione Testi non è possibile dare una etichetta a questi racconti di donne e uomini come tanti: il dolore, ha continuato Testi, fa parte integrante di una esistenza che è sempre in atto, e dare una etichetta immobilizzerebbe la vita dei personaggi.
Molte sono state le domande dei presenti, che hanno posto all’autore diverse questioni: su quella della più o meno contemporanea stesura dei racconti,Gawronski ha risposto che quelle storie si sono proposte a lui in tempi diversi e solo in un secondo momento è stato progettato un libro che le raccogliesse. Lo stesso autore ha poi letto alcuni dei brani dei suoi racconti in un clima di grande attenzione e partecipazione.
L’autore ha concordato con Testi sull’importanza della rivelazione nascosta nella apparente banalità di un saluto, un incontro, uno sguardo: qualcosa che può salvare, nonostante la sua apparente insignificanza, un gesto di gentilezza, la mano di un frate cieco che senza inutili parole ti dà la sensazione che ci sia qualcuno che ti sta vicino nel dolore, e poi la fuga dal mondo e l’inconsapevole rovina causata agli altri e tanto altro.
Un incontro che ha affascinato tutti i presenti e che ha fatto sì che essi si siano soffermati a lungo a parlare e a confrontarsi anche dopo il termine ufficiale.
Il prossimo appuntamento, sabato 13 maggio, sarà con un artista sabino, il palombarese Franco Ranaldi, il cui catalogo e la relativa introduzione sono stati curati proprio da Marco Testi.