di Marco Giordani (Sabina Radicale)
C’è in questi giorni un vistoso affannarsi di varie forze politiche ed amministratori nel cercare un responsabile (l’altro) della alluvione che (improvvisamente?) ci ha colti.
Come radicali riteniamo utile offrire perciò alla città la memoria persa di quanto avvenne 10 anni fa, il 2 Dicembre 2010, quando avvenne un alluvione ma soprattutto fu appena sfiorata una tragedia.
Allora presentammo due diverse interrogazioni: alla Camera dei Deputati si chiese di riconoscere lo stato di calamità e avviare l’intervento della protezione civile; si chiese per quali ragioni gli enti statali preposti non avessero predisposto tutti i mezzi necessari per evitare e/o contenere l’allagamento, già previsto e posto all’attenzione degli stessi; ed infine una richiesta di sollecitare il Registro italiano dighe (RID) ad una verifica costante dell’efficienza strutturale delle dighe.
Si chiedeva, ma il Ministro delle infrastrutture, il missino Altero Matteoli mai rispose. Così come la amministrazione Emili dell’epoca aveva ignorato gli allarmi che Aldo Gregori aveva lanciato sulla stampa già dal 27 Novembre (sul periodico SABINA con la quale organizzò anche un convegno sul tema a Vallecupola, in sinergia con la Biblioteca Casa Museo Angelo Di Mario).
Allora davvero si sfiorò, nonostante il rilascio di 40mc/s, la tracimazione della diga, che avrebbe significato riversare sulla città di Rieti tutta l’acqua del bacino imbrifero del Turano, compresa quella al di sopra dello sbarramento artificiale; poiché si raggiunsero portate invasate di 180mc/s è evidente il disastro in termini di persone, cose e ambiente, che avrebbe prima investito Rieti, quindi Terni e infine Roma.
Quindi fu presentata anche una interrogazione alla Regione (giunta Polverini, con Cicchetti consigliere e Gabriella Sentinelli assessore) per chiedere la revisione del disciplinare di gestione della diga. La giunta alla fine rispose dicendo che l’evento (un mese di pioggia ininterrotta) non era stato “estremo”, che la gestione era stata in regola (ma questo si sapeva, perciò si chiedeva di ridiscutere il disciplinare) e dando la responsabilità dell’alluvione non ai 40mq/s ma al “collasso dei fossi del reticolo idrografico secondario”.
Da allora, passati 10 anni ed amministrazioni nazionali, regionali e locali di destra e di sinistra, cosa è stato fatto o almeno si è cercato di fare, su disciplinare, fossi, dighe?
______________________________________________________
La interrogazione parlamentare è disponibile a: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/10139&ramo=CAMERA&leg=16
La risposta alla interrogazione regionale a:
https://sabinaradicale.it/wp-content/uploads/2021/01/38-RISPOSTA-NS-INTERROGAZIONE-N.-639-RISCHIO-ALLUVIONALE-NEL-REATINO.pdf