Case arroccate, vie ciottolose in salita, piazzette ben curate. E un olio extravergine di oliva fra i più prelibati di tutto lo Stivale, che si ottiene ancora con la lavorazione “a freddo” e con la cura maniacale di un tempo. Tutto questo è Monteleone Sabino, l’antica Trebula Mutuesca in provincia di Rieti, che domenica 20 novembre torna a festeggiare il suo prodotto di punta con la Sagra della Bruschetta, un piatto tipico della tradizione contadina che si basa su ingredienti poveri e semplici. Eppure alzi la mano chi riesce a resistere al suo richiamo, soprattutto se le materie prime con le quali viene preparato sono di primissima qualità: in un borgo legato a doppio filo al suo “oro verde”, da ben 21 anni organizzano una sagra in onore della bruschetta, la ricetta che più di ogni altra riesce ad esaltare il sapore dell’olio extravergine della Sabina. E così tra draghi, misteri e antiche leggende che qui ancora si respirano in ogni angolo, Monteleone Sabino tornerà ad accogliere i visitatori con la sua semplicità, la stessa che fin dall’Alto Medioevo affascina tutti coloro che vi giungono; sarà ancora più suggestivo, in un simile contesto, ammirare l’enorme distesa di pane bruschettato e conoscere il processo di lavorazione che parte dall’oliva e arriva all’imbottigliamento dell’olio.
Saranno infatti proposte visite guidate nel frantoio biologico del paese, che mostreranno la lavorazione dell’olio con le macine di pietra: le ruote delle macine frantumeranno le olive riducendole in una pasta composta dalla polpa e dal nocciolo ormai sbriciolato; quindi l’esperto frantoiano stabilirà il giusto grado di frammentazione delle olive, e disporrà l’impasto ottenuto a strati sui fiscoli – dei dischi tessuti con corde – per poi procedere alla pigiatura in apposite presse.
Sarà possibile degustare gratuitamente il nuovo olio, conoscerne la lavorazione e acquistarlo direttamente dai produttori: lo scorso anno in più di 5.000 parteciparono a questa giornata, acquistando oltre 500 litri di olio. L’oro verde della Sabina sarà poi in buona compagnia con il vino novello e i piatti tipici cucinati dalla Pro-Loco all’interno di un ampio spazio coperto, il tutto in attesa del momento culminante della festa, la caratteristica sfilata del filone di pane lungo 20 metri con la distribuzione gratuita delle bruschette.
Anche in questa edizione troverà spazio il Concorso Oliviferaque Mutusca – L’Oro verde di Trebula Mutuesca, che premierà l’olio migliore di Monteleone, mentre Fuoriporta proporrà le eccellenze di piccoli produttori artigianali italiani provenienti dal Lazio e non solo. Fra spettacoli folcloristici e canti popolari, sin dalle prime ore del mattino sarà possibile visitare l’Anfiteatro romano, il museo comunale e il Santuario di Santa Vittoria. La leggenda legata al culto della patrona del paese racconta che la Santa si convertì al cristianesimo sotto l’Imperatore Decio, attorno all’anno 250: quel tempo un orribile drago, che si era nascosto in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione di Trebula; Vittoria riuscì con la forza della fede a cacciarlo via, convincendo la popolazione della città a convertirsi in massa. Malgrado la fama acquisita con l’impresa, Vittoria fu invitata da un funzionario, Taliarco, ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana, e al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la Santa fu seppellita nella grotta del drago e lì venerata: si racconta che nell’esatta zona in cui avvenne il martirio, l’erba non cresca più.
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