“Prosegue senza sosta l’odissea di alcuni lavoratori dell’Azienda servizi municipalizzata di Rieti. Sono ormai due anni che gli impegni e gli accordi sottoscritti dal Presidente Vincenzo Regnini restano disattesi”. Lo denunciano Marco Palmerini e Pierluigi Giacomelli, rispettivamente delegato della Uil di Rieti e della Sabina Romana all’ufficio legale e aziende partecipate e responsabile della Uil Trasporti Rieti e Sabina Romana.
“La storia inizia nel maggio del 2018 – ricordano Giacomelli e Palmerini – quando l’allora Presidente Ciacci, con le valige pronte per lasciare il posto a Regnini, adotta con delibera del Consiglio di Amministrazione una nuova struttura aziendale. Tale riorganizzazione nonostante le promesse di equità e trasparenza anche del candidato Sindaco Cicchetti e poi del nuovo Presidente Regnini, resta ancora un tabù per i lavoratori della Municipalizzata. Basti pensare che, nonostante le norme contrattuali lo prevedano, il nuovo organigramma aziendale non è ancora stato presentato ai sindacati. Insomma, per esser chiari, in Asm non è noto chi fa cosa e come.
“Ma c’è un ma: anche se la riorganizzazione non è stata resa pubblica – spiegano gli esponenti sindacali – agli addetti ai lavori sono ben noti gli effetti del provvedimento adottato senza soluzione di continuità dalle Presidenze Ciacci e Regnini: i dipendenti sono e restano demansionati, mentre altri sono trasferiti di ruoli e, come se non bastasse, gli emolumenti non vengono pagati. In presenza di questa palese violazione dei più elementari diritti dei lavoratori, il Sindacato si fa sentire e dopo mesi di promesse non mantenute del Presidente Regnini, il quale anche direttamente ai lavoratori aveva garantito di sanare le nomalie, le spinose questioni nel dicembre 2019 sono approdate innanzi a un Conciliatore monocratico del Ministero del Lavoro. Risultato? Anche in quella sede sono state riconosciute le ragioni dei lavoratori”.
“Poco però è cambiato – raccontano Palmerini e Giacomelli – passano altri sei mesi e solo una minima parte delle ingiustizie viene sanata. Delusi dal comportamento del management aziendale ma, con spirito di collaborazione, la Uil torna sulle questioni, quando avrebbe potuto farne a meno e chiedere l’esecutorietà dei verbali di conciliazione monocratica sottoscritti. Finalmente il 14 luglio scorso, si racchiudono tutte le vertenze in un verbale unico e si formalizzano soluzioni conciliative”.
“Anche questo verbale è stato disatteso: sono passati sei mesi e le criticità più volte denunciate sono ancora insolute – concludono i sindacalisti reatini – A tutto c’è un limite, perché i nostri lavoratori meritano rispetto e la Uil esige che venga loro riconosciuto, proprio per questa ragione abbiamo deciso di scrivere un ulteriore capitolo di questa vicenda aziendale. Pochi giorni fa, il 5 gennaio, il nostro legale incaricato ha presentato i primi tre ricorsi presso il Tribunale del Lavoro e altri saranno depositati nelle prossime settimane. Immaginiamo che il Giudice del Lavoro in presenza di conciliazioni sottoscritte e documentazione attestante che il management aziendale riconosce le ragioni dei lavoratori non avrà difficoltà a valutare i contenziosi”.
“Ora resta solo un dubbio da fugare – concludono Giacomelli e Palmerini – perché il management aziendale si ostina a proseguire in una condotta lesiva della dignità e dei diritti dei lavoratori, sapendo chiaramente che arriverà il momento in cui saranno costretti a ristabilire la correttezza dei rapporti di lavoro. Oltre al disagio dei lavoratori a questo punto ci dispiace anche il fatto che tutte le spese legali, processuali affrontate dall’Asm Rieti per derimere le vertenze in questione, finiranno sulle prossime bollette della Tari”.