VENERDÌ 12 MAGGIO 2017 – APPUNTAMENTO A CITTADUCALE (RIETI) SU STORIA E ATTUALITÀ DEL RISCHIO SISMICO NELL’APPENNINO CENTRALE
Sala della Comunità a Cittaducale, ore 15.30 – 19.00
Il Festival delle Valli Salto Turano Velino (Rieti) 2017, mirato a promuovere gli itinerari di lunga percorrenza (a piedi, in bici, a cavallo) in Centro Italia, hanno scelto di tenere a Cittaducale l’evento di chiusura del Festival: un Convegno storico – culturale per riflettere sul grande comune problema dell’Appennino Centrale, la sismicità. Tale scelta non è casuale.
Nel mese di marzo del 1915, due mesi dopo il catastrofico terremoto della Marsica, Venceslao Amici (n.Paggese di Acqua Santa Terme 1869 – m. Roma 1948), ingegnere e deputato dal 1909 al 1919 del collegio di Cittaducale, conosciuto nelle Valli del Velino e del Salto anche per i suoi progetti ferroviari, Ferrovia Salaria (1903-1907) e Ferrovia Rieti – Avezzano (1907-1914), illustrò in un’accurata relazione presentata al Parlamento del Regno d’Italia cosa avrebbe dovuto essere fatto per “renderci liberi dall’incubo del terremoto”.
Per Amici “La nostra stessa esistenza, quella delle nostre future generazioni, l’avvenire sociale, industriale, economico del nostro amato paese ci obbliga a fare qualunque sacrificio pur di allontanare o almeno alleviare quanto è più possibile le conseguenze del terremoto”. A tal fine illustrò una serie di azioni da mettere in campo, dalla realizzazione della carta generale d’Italia con la rappresentazione della storia dei terremoti, a nuove norme per la costruzione e ricostruzione, prendendo ad esempio quanto già si faceva con successo al tempo in Giappone, alla creazione di “Un ufficio centrale del terremoto”.
Le indicazioni di Venceslao Amici furono presto del tutto dimenticate.
Cento anni dopo, in un momento difficile per l’Appennino e per l’Italia a seguito dei recenti terremoti del 2016 e del 2017, le indicazioni di Venceslao Amici saranno ricordate venerdì 12 maggio nella sala della Comunità a Cittaducale, concessa dal comune di Cittaducale per il Convegno.
Dopo i saluti dell’Assessore Antonio Monaco il convegno sarà aperto dal dott. Fabrizio Galadini, responsabile dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dell’Aquila, con l’intervento “Convivere con la sismicità dell’Appennino centrale”.
La dott.ssa Fosca Pizzaroni, già funzionario dell’Archivio Centrale dello Stato e Ispettore archivistico onorario, illustrerà quello che fu “Il dibattito parlamentare all’indomani del terremoto della Marsica del 1915”, con un particolare accento sul dimenticato contributo dato dall’Onorevole Venceslao Amici su temi, allora e oggi, tanto attuali, come quello della prevenzione.
Nella relazione “Il terremoto della Marsica e l’archeologia: cesure, convivenze e ricerche recenti” la dott.ssa Emanuela Ceccaroni, Funzionaria Archeologa Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo, affronterà il rapporto tra il terremoto della Marsica, l’archeologia e la tutela dei beni culturali.
L’ultima parte del convegno è dedicata ad Alzano, un piccolo borgo come tanti altri delle valli e montagne dell’Appennino Centrale, il quale potrebbe costituire un’esperienza prototipale essendo stato negli ultimi anni oggetto di alcune iniziative per la sua messa in sicurezza sismica.
L’Ing. Sabrina Taffarel, PhD del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova presenterà i risultati dello studio “Valutazione e mitigazione del rischio sismico nei centri storici: il caso studio del piccolo centro abitato di Alzano nella Valle del Salto” , iniziato nel 2015, in occasione dei 100 anni dal terremoto della Marsica.
L’ing. Cesare Silvi, Presidente dell’Associazione di Volontariato valledelsalto.it presenterà “Tracce dei terremoti del 1703 e del 1915 nel piccolo centro abitato di Alzano nella Valle del Salto”. Che fare? Quale futuro per Alzano e per i tanti piccoli borghi e villaggi come Alzano, sparpagliati in tutto l’Appennino e in via di abbandono, anche a seguito del rischio sismico?
Per i promotori del Festival delle valli si tratta di rivitalizzarli con le più avanzate tecnologie per la messa in sicurezza sismica, per l’ammodernamento delle infrastrutture dell’informazione e dell’uso dell’energia contenuta nella luce del Sole, sue forme dirette e indirette.