Dopo il focus dei giorni scorsi della Federlazio regionale sull’andamento dell’economia laziale, è ora la volta dell’Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia di Rieti. L’Indagine, svolta su un campione rappresentativo di imprese associate, è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, e dal Direttore Giuseppe Scopigno.
L’immagine che i dati ci restituiscono è quella di un tessuto imprenditoriale regionale che, nel suo insieme, si sta faticosamente rimettendo in marcia. Sicuramente possiamo dire che, rispetto al semestre scorso, vi sono elementi tendenzialmente più confortanti, che indubbiamente vanno accolti con positività, ma ancora incerti e poco consolidati.
Anche le indicazioni prospettiche e i dati previsionali espressi dalle imprese non sono del tutto univoci: quelle aspettative, che indubbiamente emergono, non risultano tuttavia sufficienti a spingere gli imprenditori verso iniziative di investimento di medio-lungo respiro. Questo dato ci segnala che la vivacità del mercato e le condizioni generali di contesto evidentemente ancora non sono così rassicuranti da convincere le imprese ad effettuare investimenti.
Alcuni dati esemplificativi: il saldo di opinioni relativo agli ordinativi sul mercato nazionale recupera rispetto al semestre precedente, passando da -9,7 a -8. Deciso miglioramento anche per gli ordinativi del mercato Extra UE (saldo da +14,7 a 18,5). Stesso andamento anche per il saldo del fatturato su tutti i mercati: quello dell’Italia sfiora il segno positivo (da -5,6 a -0,5), quello del mercato UE passa da +4,3 a +7,3, mentre quello del mercato Extra UE guadagna quasi 7 punti passando da +3,4 a +10,1. Tutto questo ci conferma una lodevole tendenza delle imprese reatine a volgere sempre più lo sguardo oltre confine.
“Qualunque ipotesi di rilancio o strategia di crescita per le nostre imprese – ha dichiarato il Direttore di Federlazio Rieti, Giuseppe Scopigno – dovrà però fare i conti con alcuni attuali elementi di grande instabilità. In primis una Unione Europea depotenziata dalle linee di frattura interne che la rendono incapace di esercitare quel ruolo propulsivo sulle economie nazionali di cui si avrebbe un grande bisogno. A questo si aggiunge un ulteriore elemento di incertezza per il sistema delle imprese, rappresentato dal nostro quadro politico nazionale. Un quadro che si è mostrato in tutta la sua debolezza all’indomani del referendum sulla riforma costituzionale e che al momento lascia immaginare una fase di transizione non proprio brevissima”.
“Le ottimistiche previsioni sul futuro potrebbero combaciare con le aspettative venutesi a creare dopo le note vicende sul terremoto. I fondi messi a disposizione per la ricostruzione potrebbero trasformare questa tragedia in una opportunità di rilancio per le imprese del nostro territorio, già colpite duramente anche dalla crisi.
A patto, però, che le istituzioni diano in questo momento dei segnali forti e tangibili che vadano nella direzione di un attento ed efficace governo della ricostruzione post-sisma, che permetta alle imprese locali di poter partecipare a tale processo, nonché nel riconoscere il cosiddetto “danno indiretto”, tramite una diminuzione del carico fiscale per tutte le imprese del nostro territorio che hanno subito perdite economiche legate, anche di riflesso, agli eventi sismici. Da parte nostra tutti gli sforzi saranno concentrati nell’affiancare le imprese per dare loro tutto il supporto necessario in tal senso. A questo proposito ci sembra doveroso ricordare anche il Comitato permanente per lo Sviluppo Economico, Lavoro e Attività Produttive sul tema della ricostruzione e rilancio del territorio dopo il sisma. Il Comitato si riunirà proprio la prossima settimana presso il Comune di Rieti e vedrà coinvolte insieme tutte le parti sociali”.
“Se il Governo dovrà impegnarsi non poco per approvare tutte quelle misure necessarie per rilanciare la nostra economia – dall’abbassamento della pressione fiscale sulle imprese alla riorganizzazione del mercato del lavoro, all’intervento sul sistema del credito, all’efficientamento e razionalizzazione della PA -, le imprese dal canto loro dovranno scuotersi dal torpore che ancora le contraddistingue. Ciò significa adottare un rapporto più sistematico e quotidiano con l’innovazione tecnologica, organizzativa e gestionale” – ha dichiarato il presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi.
“Non meno importante sarà altresì la capacità delle nostre imprese di affrontare con più decisione i mercati internazionali. I dati della Congiunturale ci dicono che questo percorso è già in atto tra le nostre imprese, ma c’è ancora molto da fare. Oggi è tempo che le nostre imprese, tutte, facciano un salto di qualità anche su questo fronte strategico, allargando i confini del proprio mercato all’Europa e al resto del mondo. Ovviamente non saranno sole in questo percorso. La Federlazio – ha concluso il presidente Bianchi – ha già messo in campo da mesi un nuovo servizio (International Development) per affiancare le imprese nei loro articolati processi di internazionalizzazione ed altri saranno avviati nei prossimi mesi”.