Prima è crollato il campanile, poi in una nuvola di fumo denso si è sbriciolata la copertura. La basilica di San Benedetto da Norcia era riuscita a superare le altre scosse, ma l’ultimo colpo è stato troppo forte. Dalla polvere è emersa solo la facciata trecentesca, la parte più antica del monumento che secondo la tradizione è stata fondata dove sorgeva la casa del santo che ha dato vita al monachesimo occidentale. Frati e fedeli in lacrime si sono inginocchiati nella piazza pregando.
Quello di Norcia rischia di essere uno dei simboli della ferita provocata dalla nuova scossa anche al patrimonio artistico. Dal paesaggio di quella parte d’Italia Centrale sono stati cancellate le torri: adesso è la terra dei campanili spezzati. In tutti i centri dell’Umbria e delle Marche vicini all’epicentro si segnalano altri crolli, come se il terremoto avesse inflitto il colpo di grazia a quei monumenti che erano riusciti finora a resistere. Nella cittadina umbra anche larghi tratti delle mura medioevali sono franati, sgretolando le postazioni di guardia medievali e i basamenti d’epoca romana. Ad Amatrice, l’epicentro del sisma del 24 agosto, è venuta giù la torre civica: il simbolo dell’orgoglio che era sopravvissuto alle ondate degli scorsi mesi. Crollata completamente pure la chiesa di Sant’Agostino, già lesionata nelle scorse settimane . Anche a Preci il sindaco Pietro Bellini ha descritto crolli di chiese nelle frazioni. A Jesi nell’Anconetano chiusa la chiesa di San Giuseppe dove ha ceduto il tetto, nel piceno tutto il centro di Maltignano è zona rossa. Persino a Rieti si è deciso di chiudere il ponte romano che permette di raggiungere il centro storico con il sospetto che abbia subito lesioni mentre in provincia sono registrate numerose chiese distrutte, come a Casperia . Ma le verifiche sono in corso in tutta l’Italia centrale per verificare quale sia stato l’effetto dell’ultima ondata sismica: cadute di calcinacci, seppur minori, sono state segnalate anche nella piazza di Assisi.
Anche gli stabili che avevano ben sopportato finora il terribile sciame adesso hanno ceduto. A Illica, la frazione di Accumuli gravemente colpita nello scorso agosto, si segnala la distruzione dell’edificio dove era stato trasferito il museo civico. Per questo come misura di precauzione, in tutta l’Umbria e nella provincia di Rieti i vescovi hanno ordinato di tenere chiuse le chiese: i rischi per i fedeli durante le celebrazioni domenicali sarebbero troppo grandi. Ad Ascoli Piceno si è spezzato il campanile della chiesa della Madonna del Ponte, un edificio seicentesco nei pressi di Porta Cartara: era stato dichiarato inagibile due settimane fa. Nella provincia di Terni il bilancio provvisorio è pesante. Ad Amelia la chiesa di San Francesco è stata chiusa dopo la caduta di calcinacci e le crepe. Pure dalle volte del Duomo di Orvieto, uno dei monumenti gotici più importanti d’Italia, c’è stato il distacco di frammenti ma la curia parla di “problemi facilmente risolvibili”. A Guardea inagibili le chiese dei Santissimi Apostoli e di Sant’Egidio. Crollata la volta di Santa Maria Maddalena di Calvi e danneggiato il castello di Giove, il palazzo ducale del XII secolo.
Nel cuore di Roma sono stati avviati controlli su tutto il patrimonio archeologici: dal Colosseo ai Fori i tecnici della Sovrintendenza hanno verificato la situazione. Il palazzo del Quirinale è stato chiuso e le visite sospese per potere verificare gli effetti del sisma dopo la segnalazione della caduta di polvere da alcune pareti.
Crepe
e cornicioni caduti nella basilica di San Paolo a Roma. Segnalato anche il distacco di uno dei supporti che tiene un grosso candelabro. Sul posto vigili del fuoco e polizia. A San Lorenzo invece, il parroco ha lanciato l’allarme per i calcinacci caduti dalle navate.
notizia tratta da Il Messaggero -Eco di Bergamo