di Tatiana Rossi
foto Filippo Gianfelice
Anche quest’anno, il 21 giugno, la Festa della Musica si è fatta sentire, salutando l’inizio dell’estate a suon di note. Moltissime, come sempre, le iniziative messe in campo, in tutta Italia, per la kermesse europea, organizzata in ambito nazionale dal Mibact, con il coordinamento dell’Aipm – Associazione Italiana per la Promozione della Festa della Musica, con il contributo della SIAE, e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa, il Ministero della Giustizia, il Ministero della Salute, l’Anci, la Conferenza delle Regioni. Coinvolti, come di consueto, enti locali, associazioni del settore, realtà del territorio, per permettere a solisti, cori, orchestre, gruppi musicali, artisti italiani e stranieri di esibirsi nelle oltre cento città aderenti, trasformando ovunque, in palcoscenico, piazze, strade, musei, parchi, case circondariali, consolati, ambasciate e ospedali.
A Rieti, in particolare, presso la Casa Circondariale Nuovo Complesso, presenziato dalla direttrice dell’istituto, dott.ssa Annunziata Passannante, e dall’ispettrice Comandante di reparto, dott.ssa Noemi Gennari, ha avuto luogo un evento dal significato particolare: un concerto autoprodotto, allestito presso la sala teatro della struttura, che ha visto protagonisti alcuni dei detenuti ospitati ed impegnati nel laboratorio musicale Music in the Wall. A salire sul palco, il rapper romano Big Schizo, al secolo Alessandro Cesaretti, che ha dato voce all’evento, accompagnato dalle note di Cristiano Polizzi (chitarra e basso) e di Aleksander Lashenko (chitarra). Il trio si è esibito offrendo al pubblico un programma di musica e riflessioni preparato con cura: alcuni brani da Kloshard, il nuovo album di Cesaretti, alcuni pezzi strumentali nati durante le sessioni del laboratorio, un tributo a Prince sulle note di Purple rain, un omaggio a Marco Pannella, tra gli applausi scroscianti e una voce sonante dal fondo della platea: “C’avevamo solo lui!”. Ma gli applausi sono piovuti, generosi, per tutti e per tutto il tempo, nel corso della performance: per gli assolo strumentali ben eseguiti, per il rap nato dalla vita vera e pericolosamente vissuta, per il presentatore, simpaticamente ribattezzato per l’occasione Pippo Baudo, per le esibizioni freestyle improvvisate alla fine del concerto.
Un evento dal significato particolare, dicevamo all’inizio. Perché non sempre la musica è ancora capace di allontanarsi dall’esercizio di stile e far pensare alla vita. Perché non sempre è evidente il suo potenziale, il potere che ha di incanalare l’esperienza, di farsi narrazione autentica, occasione di catarsi, di autoriflessione, di riscatto. Al termine dell’esibizione, il pubblico dei detenuti ha ringraziato con calore i propri compagni sul palco: “Ci avete fatto passare una giornata diversa!”. Big Schizo lo aveva già sottolineato tra un pezzo e l’altro, che la musica può cambiare le cose, non solo la giornata, ma la vita stessa a volte. Per questo è importante che il laboratorio musicale possa continuare ed ampliarsi, potendo contare su maggiori risorse, su qualche attrezzatura in più, puntando alla creazione di un piccolo centro di produzione. Chiunque voglia contribuire alla crescita di Music in the Wall può farlo contattando la direzione della Casa Circondariale.