Rieti Virtuosa si rallegra della diffusa levata di scudi nei confronti dei Programma di Attuazione (PPA) con cui l’Amministrazione Comunale ha deciso di dare attuazione al Piano Regolatore Generale.
Sembra che il concetto di “consumo zero di suolo”, che fu il seme da cui nacque Rieti Virtuosa a seguito della sua opposizione ai Programmi Integrati della giunta precedente, si stia diffondendo, anche se purtroppo non nelle azioni amministrative conseguenti.
Infatti oggi assistiamo ad un’operazione targata centro-sinistra che potrebbe portare fino al doppio delle cubature che erano previste dai Programmi Integrati di centro-destra, proprio un mese dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati di una legge che prevede lo ZERO consumo di suolo per il 2050 e che prevede nel frattempo un censimento da parte del Comuni degli edifici sfitti e delle aree dismesse, riconoscendo a tutti gli effetti il suolo come un bene comune ed un risorsa non rinnovabile, puntando a tutelare i terreni agricoli come luoghi atti alla produzione di cibo.
Rieti però non può e non deve aspettare ancora 35 anni dopo i danni della 167, specialmente quando ha ancora tra le sue ricchezze quella della campagna in città delle zone di Porrara e di Padule.
Questo tanto più in quanto l’amministrazione è stata scelta quattro anni fa dai cittadini, avendo loro dichiarato che avrebbe governato “privilegiando la riconversione e riqualificazione dell’esistente al consumo di suolo”.
Oltre a contestare il difetto di visione strategica, tanto più in controtendenza con la decantata “filiera politica nazionale e regionale”, abbiamo perplessità anche sui numeri su cui si basano questi PPA.
Il Piano Regolatore Generale adottato nel 2002 prevedeva un incremento di 17.500 abitanti in 10 anni. I PPA riconoscono che l’incremento sia stato di “soli” 8.250 fino al 2015; ma questo dato sembra riferito allo sviluppo edificatorio e non agli abitanti realmente insediatisi a Rieti ed infatti le tabelle ISTAT mostrano che l’incremento effettivo è stato di appena 3.300 abitanti, 2/3 dei quali concentrati proprio nel 2003. Abitanti che sono addirittura in calo negli ultimi due anni; ci sembra quindi gravemente sbagliato assumere una previsione di incremento futuro basata su un picco di 2mila nuovi residenti avvenuta 13 anni fa.
Rieti Virtuosa ritiene che, a fronte di dati stazionari e anzi regressivi di popolazione, e considerata l’irragionevole espansione edilizia che è sotto gli occhi di tutti, l’Amministrazione avrebbe dovuto procedere innanzitutto ad un censimento degli edifici sfitti e invenduti, come previsto dalla legge in via di approvazione al Senato.
Tanto più che non sarà solo questo PPA a consumare suolo per abitanti fantasma, ma ci sono i Piani Casa che vanno per loro conto. Quanto del “fabbisogno abitativo” che il PPA stima sarà soddisfatto dal Piano Casa? Non sarebbe corretto togliere il “fabbisogno” così soddisfatto da quanto il PPA si propone di offrire?
Non è inoltre chiaro quale impatto sulla città, di una edificazione che tra l’altro si attua per intervento diretto e per proposte di lottizzazioni private senza alcuna direzione pubblica: il concetto di “ricucitura” ci sembra male usato – una palazzina non “cuce” più che un campo o un orto; il piano di infrastrutture ci sembra vago; non comprendiamo come le nuove edificazioni impattino sul Piano Urbano del Traffico che finalmente è in elaborazione e che si basa sulla situazione attuale.
Altra obiezione è sulla dichiarata necessità di consentire la edificazione a chi, in attesa di attuazione del PRG, abbia pagato per anni una IMU su terreno agricolo reso edificabile. Pur comprendendo le aspettative dei contribuenti, riteniamo che il pagamento di una tassa non dia automaticamente un diritto; tanto che ci sembra di capire che non tutti i terreni edificabili nel PRG sono inclusi nell’attuale PPA. Qui si torna ad una questione di “dati”: se si volesse ipotizzare una forma di indennizzo per questi contribuenti a fronte delle scellerate previsioni del PRG già allora avversato e di un obiettivamente mutato interesse pubblico, è possibile sapere a quanto ammontano questi versamenti IMU succedutisi negli anni? “Troppo”, si dice. Ma “troppo” quanto? Ci sembra il vago “troppo” del valore delle quote ASM, in risposta alla nostra proposta di delibera per la ripubblicizzazione delle Aziende partecipate.
E allora c’è qualcosa che non va in questa idea di PPA. Un PPA che sembra avere una valenza elettorale, anche perché solo così si riesce a spiegare la durata di 5 anni, che va a confliggere con la norma di 3 anni del PRG che vorrebbe attuare, e che nemmeno arriva a scadenza del PRG, prevista nel 2022. A parte le questioni di legittimità, e “ammessi e non concessi” i numeri e le previsioni, non sarebbe stato più logico soddisfare questo “fabbisogno fantasma” per 3 anni – il che avrebbe consentito la salvaguardia di Porrara e Padule – ed eventualmente ricalibrarne uno nuovo tra 3 anni fino a scadenza del PRG?