Non era soltanto una strada la Via Salaria; era La Strada. Un’asse viario di notevole interesse non soltanto per trasportare il sale dall’Adriatico verso Roma, ma perché rivestiva il ruolo di via di civiltà. Perché questa seconda connotazione? La risposta è stata fornita nel convegno “La via del sale, via di civiltà” organizzato ad Antrodoco, nella chiesa di Santa Chiara, il 14 maggio 2016 dall’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini” con la rilevante collaborazione dell’Archivio di Stato di Rieti ed il contributo dell’Ascom Rieti. L’arteria che scorreva, ed ancora scorre orizzontalmente lungo tutto il centro Italia, percorreva le zone dell’antica Sabina (che un tempo si estendeva fino a Norcia ed Amiternum) creando cultura e generando popolazioni: ecco perché via di civiltà. Ad aprire l’evento i saluti di Sandro Grassi, Sindaco di Antrodoco, valido supporto nell’organizzazione della manifestazione alla quale hanno partecipato storici ed appassionati provenienti da Rieti, Norcia, Cagnano Amiterno, Greccio, Posta, Amatrice, Ascoli Piceno. Presenti in sala molti sindaci ed amministratori municipali dei comuni attraversati dalla Salaria o comunque rientranti nel vasto territorio dell’antica sabina, come il primo cittadino di Norcia Nicola Alemanno e l’Assessore alla cultura di Cagnano Amiterno.
Di notevole interesse l’introduzione ai lavori di Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, il quale ha sottolineato l’importanza che ha rivestito la via salaria nello sviluppo e nella formazione di civiltà tra il Mare Adriatico ed il Tirreno. Ed è proprio intorno a questa civiltà che lungo la via salaria si sono formati dei veri e propri microcosmi culturali, sociali e religiosi così come spiegato da Ileana Tozzi, storica e ispettore onorario SBAS. La cultura e l’arte sono state anch’esse componenti fondamentali nella crescita della civiltà che si andava formando lungo la consolare. L’intervento di Mariangela Turchetti, funzionaria della Sovrintendenza Archeologica della Toscana, ha trattato proprio tale argomento. E poi gli interventi di Carlo Virili, Pietro Nelli e Stefano Brucchietti hanno evidenziato gli aspetti storico-archeologici lungo la via del sale. Non poteva mancare l’aspetto silvo -pastorale analizzato in un notevole intervento da Jean-Philippe Vaquier. Durante l’evento è stato presentato anche il libro di Vincenzo Di Flavio su “Flavio e Tito Vespasiano” frutto di una libera traduzione dello storico reatino dal testo di Caio Tranquillo Svetonio. A concludere i lavori il saluto della presidente dell’Associazione Petrini Dimitra Thanou che ha ribadito quanto questi incontri siano fondamentali per la rigenerazione e lo sviluppo di uno studio attento e particolareggiato sulla storia dei sabini e della Sabina.