Chiaroscuri nell’utilissimo meeting promosso dalla Discesa Internazionale del Tevere il 30 aprile scorso presso la Riserva Regionale del Lazio “Nazzano Tevere-Farfa” su <<I Contratti di Fiume del bacino del Tevere: le esperienze partecipative si raccontano>>: grande impegno da parte di tutti i partecipanti nel portare avanti le proprie esperienze (pur se focalizzate di volta in volta su aspetti diversi, quali la qualità delle acque, l’assetto dello sponde, la resilienza e le connesse implicazioni urbanistiche, la navigazione amatoriale, etc), ma anche grandi problemi in termini di concretezza, fino alla stipula dei Contratti di Fiume fra quanti interessati a parteciparvi.
Non consola il fatto che il progetto di “Contratto di fiume del Tevere nell’area urbana di Roma” – promosso dal Consorzio Tiberina – è di fatto quello più avanzato, con un primo Documento d’Intenti ufficiale (largamente ispirato dal Consorzio stesso) approvato da Roma Capitale (comprendente motivazioni, obiettivi, criticità, metodologia), con un’Analisi Conoscitiva Preliminare già disposta (punto dolente nella maggior parte delle esperienze, arenatesi in questa fase), con molti elementi pronti – scaturiti da un processo di partecipazione che dura dal 2008 – per un Documento Strategico e un Programma d’Azione, con processi partecipativi aperti e inclusivi in molteplici forme (fisicamente e on-line) coinvolgenti Enti Pubblici competenti, Soggetti privati, singoli cittadini, da Castel Giubileo all’Idroscalo di Ostia (luogo dell’ultima Assemblea Pubblica organizzata), su temi che – da un capo all’altro del tratto considerato – accomunino nell’interesse i partecipanti. L’obiettivo per l’Atto di Impegno formale su Roma resta dunque Estate/Autunno.
E’ emerso anche come il Consorzio Tiberina già comprenda molti dei Promotori di altri Contratti di Fiume della regione Tiberina (per esempio pressoché integralmente quelli del caso del Velino), interagisca da anni con vari altri (Provincia di Terni nel caso del Nera, Comuni consorziatisi già molti anni fa nella Valle del Tevere, etc etc), possa colmare alcune lacune negli attuali processi di partecipazione (Protocolli d’Intesa con vari Comuni di Lazio, Toscana e Umbria affacciati sul Paglia).
Già nella prima settimana di Maggio il Consorzio – grazie ai rapporti preesistenti – lancerà la costituzione del Comitato Promotore per il Contratto di Fiume in un tratto mancante – per così dire – del Tevere, quello in cui si fronteggiano le sponde delle Province di Terni e di Viterbo; ciò a seguito di contatti istituzionali degli ultimi giorni derivanti dall’emergenza ecologica manifestatasi a Graffignano (VT), con terreni inquinati in aree esondabili.
Ci si rende disponibili anche grazie al lavoro delle Università coinvolte nelle recenti azioni:
- Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’Università deli Studi di Roma “Tor Vergata”, con cui abbiamo effettuato una prima campagna di “monitoraggio civico” a Roma, vera e propria cartina di tornasole dello stato dei circa 17.500 kmq della regione Tiberina,
- Croma – Centro per lo Studio di Roma – Università degli Studi “Roma Tre”,
- CU.S (Formazione Cultura Storia) – Centro di Ricerca de “Sapienza – Università di Roma” sulla valorizzazione e gestione dei centri storici minori e relativi sistemi paesaggistico-ambientali,
- Università degli Studi della Tuscia.
Il lavoro tecnico-scientifico si integra ovviamente con quello dei tanti Soggetti, facenti parte del Consorzio Tiberina e non, coinvolti nei diversi Tavoli di Lavoro su temi di storia, natura, culture, turismo, viver sano, dagli Enti alle Associazioni (culturali, imprenditoriali, sociali, sportive) agli Operatori, ai Professionisti agli altri Consorzi, fino ai singoli cittadini che vivono i fiumi da Gennaio a Dicembre e possono portare un grande contributo di esperienza.
Hanno partecipato all’intero incontro a Nazzano ricercatori dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, con cui si potrebbe anche studiare l’allargamento della piattaforma partecipativa attualmente rivolta al Contratto di Fiume del Tevere nell’area urbana di Roma, per un processo che colleghi man mano un numero sempre maggiore di aree “a monte”, nella corretta ottica ecologica complessiva “di Bacino”, ma senza diluire eccessivamente – Contratto per Contratto – le istanze dei portatori d’interesse locali.