di Marco Testi
Non solo un grande sociologo, ma anche un pioniere: antesignano della riscoperta -oggi necessità- di coniugare crescita economica, sviluppo sociale e spirito di comunità con la sua collaborazione al progetto Movimento Comunità di Adriano Olivetti, di cui rimane traccia indelebile in Un imprenditore di idee. Una testimonianza su Adriano Olivetti (Edizioni di Comunità, 2001). E nel contempo ricerca in prima persona dei punti di contatto e alleanza per creare una nuova economia dal volto umano con i suoi libri, i viaggi alla ricerca di nuove conoscenze e soprattutto con l’insegnamento universitario a New York, Boston, Mosca, Tokyo, Gerusalemme e in altre accademie sparse per il mondo.
Un uomo che conosceva direttamente il mondo di cui parlava e che voleva contribuire a migliorare, non solo con lo studio, ma attraverso la sua personalità prorompente e entusiasta. Chi lo conosceva personalmente, come chi scrive qui, rimaneva stupito di questo miracoloso stare insieme di un sapere eccezionale e di una apertura alle parole dell’altro. La sua disponibilità era proverbiale: quando gli proposi, in una dei nostri incontri nella sua casa di Roma, di presentare il mio libro Sentieri nascosti, per il quale aveva scritto la prefazione -una lunga, accurata, profonda prefazione, non di quelle tirate via per togliersi l’impiccio come in alcuni-, consultò alcune carte e trovò il modo di organizzarla tra un viaggio a New York e un altro a Mosca. Lì, seduta stante, e non con il “sentiamoci con calma, mi telefoni” di alcuni.
Soprattutto questo mi colpì: la sua mancanza di sussiego, la sua vicinanza agli altri, da qualsiasi categoria sociale e intellettuale essi provenissero, colti e non, abbronzati dai riflettori degli scenari mediatici o pallidi camminatori solitari in cerca di un po’ di attenzione. Un altro tipo di padre, vero, premuroso e foriero di consigli oltre che di opere premonitrici, come L’Italia tra storia e memoria (Donzelli, 1997) o America oggi. Capitalismo e società negli Stati Uniti (Newton Compton, 2006) o l’attualissimo -e allora apparentemente inattuale come tutte le profezie- La tentazione dell’oblio: razzismo, antisemitismo e neonazismo (Laterza, 1993).
Come si vede già dai titoli, non solo parole, ma premonizioni di quello che sarebbe accaduto se non si fosse avviata una nuova lettura del mondo, attraversata dalla critica al capitalismo selvaggio -ne aveva intuito le dinamiche predatorie e i disastri ecologici- e da una analisi profondissima dei nuovi pensieri antisistema, da quello new age e religiosamente interconfessionale alla ricerca, anche attraverso la musica, di nuove visioni del mondo. Quello che si chiamerebbe con una parola abusata spirito profetico.
Addio, prof, è stato davvero bello conoscerti e avere condiviso insieme un tratto di strada nella storia. E nell’oggi.
foto tratta da https://www.francoferrarotti.com/index.htm