Riflessioni e modelli di sviluppo per le aree interne e i territori montani: Confartigianato ne ha parlato
durante il convegno “Il futuro delle aree interne”
Rieti ha ospitato, nella giornata del 23 aprile, il secondo appuntamento del ciclo di eventi previsto dal
progetto “Montagna Futura” di Confartigianato Imprese. Nella sala conferenze della Camera di Commercio,
ha avuto luogo il convegno “Il futuro delle aree interne. Ri-abitare la montagna per un’economia a misura
d’uomo”, realizzato da Confartigianato Imprese Rieti, in collaborazione con Confartigianato Imprese Lazio,
sotto l’egida progettuale di Confartigianato nazionale. L’evento è stato moderato dal giornalista Paolo Di
Lorenzo e ha registrato un’affluenza importante di partecipanti. Tanti Sindaci, rappresentanti degli enti
locali, colleghi delle Associazioni e appassionati di montagna non hanno voluto mancare a questo
appuntamento.
“Siamo davvero felici di contribuire alla riflessione stimolata dal progetto ‘Montagna Futura’ – ha affermato
in apertura il Presidente di Confartigianato Imprese Rieti, Franco Lodovici – Un percorso itinerante che
vuole dare voce ai territori montani. La montagna non è morta, è più viva che mai, attende solo di essere
trattata come merita, riconoscendone le peculiarità e incentivando chi vuole restare, vivere e lavorare in
montagna”.
Dopo i saluti di Michael Del Moro, Presidente di Confartigianato Imprese Lazio, è intervenuta Roberta
Corbò, Responsabile patrimoni territoriali, comunità locali e turismo di Confartigianato Imprese, che ha
evidenziato pregi e difetti della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), politica di sviluppo che mira a
contrastare lo spopolamento di alcune aree del nostro Paese, anche attraverso bandi nazionali ed europei.
“Ricordiamo che le aree interne sono territori fragili, distanti dai centri principali di offerta dei servizi
essenziali, che però coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52%
dei Comuni e il 22% della popolazione. È necessario pensare a strumenti di più facile accesso agli enti locali,
spesso caratterizzati da mancanza di personale e competenze specifiche – ha rilevato Corbò – tenendo
inoltre a mente che ‘area interna’ non coincide necessariamente con territorio montano. La SNAI non ha
colto questa differenza, anche per questo c’è grandissima attesa di una legge per la montagna. Ci vogliono
politiche e leggi su misura per contesti diversi, considerando che fare impresa in montagna ha costi
maggiori e più difficoltà a restare sul mercato che in pianura”.
Marco Marchetti, Direttore scientifico del Master in Governance e Sostenibilità per le montagne italiane
presso l’Università La Sapienza, ha invece dedicato il suo intervento a una riflessione sui nuovi modelli di
sviluppo per la montagna e le aree interne. “L’uomo è necessario alla montagna, perché il suo ruolo è
soprattutto quello di garante di un delicato equilibrio in termini di biodiversità. Recuperare terreni
abbandonati, ripristinare la rotazione delle colture, applicare modelli di allevamento sostenibili e
compatibili con il contesto sono alcune tra le numerose azioni che l’uomo può mettere in atto per rendere
la montagna un luogo abitabile, ospitale e produttivo. Senza il controllo dell’uomo la montagna tornerebbe
alla sua natura più selvaggia e impervia”.
È quindi intervenuto Matteo Monaco, Commissario straordinario della Riserva Monti Navegna e Cervia, che
ha dedicato la sua dissertazione alle forme di assistenza alle imprese in contesti periferici, portando a
esempio l’apertura della nuova sede zonale di Confartigianato Imprese Rieti a Castel di Tora, nel territorio
della Riserva.
“Occorre essere molto schietti quando si parla di ritorno alla montagna – ha sottolineato Maurizio Aluffi,
Direttore di Confartigianato Imprese Rieti, durante il suo intervento – che, perlomeno nell’appennino
centrale e specialmente nell’area del reatino, patisce sempre di più la piaga dello spopolamento e del
depauperamento dei servizi essenziali. E questo è un tratto che accomuna in generale tutti i territori
ricompresi nella definizione di aree interne, che solo nella nostra provincia comprende 62 comuni su 73,
che scontano il risultato di politiche ‘città-centriche’ che di fatto hanno determinato un abbandono dei
nostri territori”.
Giorgio Menichelli, Segretario Generale di Confartigianato Macerata, Ascoli Piceno e Fermo e autore del
libro “L’Italia di Mezzo, Comunità territori e Turismi” ha parlato di turismo sostenibile, accessibile,
consapevole e in armonia con le peculiarità del contesto delle aree interne: “Un turismo più lento, legato
all’esperienza e alle radici – ha evidenziato Menichelli – su 255 milioni di arrivi turistici, di cui 93 milioni
stranieri, le attività esperenziali sono quelle che attirano sempre di più il viaggiatore, che trae piacere
nell’immergersi nel contesto del luogo che visitano. Si potrebbe lavorare molto, per esempio,
sull’artiturismo, una forma di soggiorno e organizzazione di esperienze che coinvolgono i laboratori
artigiani, proponendo attività culturali, didattiche e di degustazione legate all’artigianato e alle sue
tradizioni locali”.
Sulle caratteristiche di nuove forme di turismo si è soffermato anche Michele Medori, Direttore di
Confartigianato Imprese Terni, che ha inoltre parlato di quanto siano necessarie le opere di manutenzione
continua del territorio e di garanzia dei servizi pubblici contro il degrado e l’abbandono, anche di fronte alla
sfida della sostenibilità che coinvolge tutti, compresi gli ambienti montani e dei borghi.
A conclusione della giornata sono intervenuti Letizia Rosati, Assessora alla Cultura, Politiche Scolastiche e
all’Università del Comune di Rieti, e Mariano Calisse, responsabile dell’Ufficio Piccoli Comuni presso la
Regione Lazio, la prima sostenendo l’essenzialità di politiche per i giovani per contrastare l’abbandono dei
territori, il secondo ponendo l’attenzione sull’importanza di attrarre investimenti sul territorio come leva
per la crescita demografica.
Infine è stato tramesso un gradito videomessaggio del Senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario
Ricostruzione Sisma 2016, che ha voluto portare il suo saluto a contributo dei lavori del convegno.