Giornate di Autunno FAI Sabina: a Montenero il 14 e 15 ottobre

 

Montenero Sabino si trova all’estremità sud-orientale della Sabina tiberina, alle pendici del monte Tancia. Costruito su uno sperone di roccia a 450 metri sul livello del mare, dominato dal Castello Orsini e affiancato da due torrenti, consta di un’unica strada, fino alla chiesa di san Cataldo, su cui si aprono due file di case. Oggi il borgo, circondato da boschi, sembra lontano da tutto e da tutti ma in realtà si trova lungo una via di comunicazione importante fin dall’epoca sabina/romana.

La prima citazione di Montenero nei documenti dell’Abbazia di Farfa risale all’XI secolo. È presumibile che sia quella l’epoca della nascita del borgo. Ma in zona ci dovevano essere insediamenti e ville sin dall’epoca sabino-romana: è recente la scoperta di un santuario, presumibilmente dedicato alla dea Vacuna, oggetto da qualche anno di scavi archeologici. Medievale deve essere anche la fondazione del castello che poi subirà profondi cambiamenti nel Quattrocento e poi soprattutto nel Cinque/Seicento, venendo trasformato dagli Orsini in Palazzo ducale. La chiesa di San Cataldo nelle sue forme attuali è un edificio quattro-cinquecentesco sottoposto a restauri radicali a metà Settecento.

Montenero può ricordare per la sua forma un galeone. Sotto il castello (che ne ricorda la poppa, il cassero) c’è infatti un tipico borgo lungo e stretto, la classica tipologia “a fuso d’acropoli” degli incastellamenti attorno all’anno Mille (lo scafo), chiuso all’altra estremità dalla chiesa di San Cataldo (l’ideale prua del nostro veliero). Il castello, che doveva essere in origine un avamposto difensivo farfense, conserva del suo primo periodo la torre poligonale e lacerti di muri. Dopo i primi cambiamenti quattrocenteschi, c’è la trasformazione in Palazzo residenziale che avvenne nel Cinque/Seicento a opera soprattutto degli Orsini: di quest’epoca sono la doppia scala monumentale di ingresso, il portale con le due torri circolari, la corte interna e buona parte delle strutture residenziali dei piani alti. Anche la chiesa di San Cataldo subisce nel corso del tempo cambiamenti rilevanti. Se la struttura è quattrocentesca, nel 1735 ci fu un restauro talmente radicale da rendere necessaria una nuova consacrazione della chiesa. Il nome Montenero potrebbe derivare dalle cave di pietra focaia, una pietra assai scura, assai numerose un tempo nei dintorni.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Il nostro giro inizierà dal Castello e dunque dal periodo medievale in cui nacque Montenero, per seguire poi l’evoluzione del maniero nei secoli; continuerà, nella parte bassa del borgo, con il racconto del periodo romano e preromano e la visita del palazzo Bonacasata, dove è custodita la stele di Vacuna; si concluderà nella chiesa di San Cataldo. Arricchiranno le giornate tre conferenze che si svolgeranno in una sala del castello. Sabato alle 16.00 Carmelo Russo, Ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche all’Università La Sapienza di Roma parlerà di “Streghe in Sabina fra passato e Presente. Uno sguardo antropologico”. Domenica alle ore 11.30 Ileana Tozzi, Ispettore onorario SABAP per Rieti e Provincia parlerà di “Una strega per un Castello” le vicende del Castello dove nacque Bellezza Orsini. Sempre domenica, alle 16.00, Aldo Borlenghi, Docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Mondo Romano all’Università Lumière di Lione2 parlerà di ” Vacuna, una dea sabina. Lo scavo archeologico del Santuario romano di Montenero”. Durante le giornate Miriana Perilli, Consigliere comunale, in vari momenti suonerà le campane della chiesa di San Cataldo.

GRUPPO FAI SABINA

VISITE A CURA DI

Gruppo Fai Sabina, Volontari FAI di Montenero Sabino

Sabato: 10:00 – 13:00 / 14:00 – 18:30 (ultimo ingresso 17:00)

Domenica: 10:00 – 13:00 / 14:00 – 18:30 (ultimo ingresso 17:00)

 

Author: redazione