di Maria Grazia Di Mario
“Guido, da buon Maestro, è riuscito a portarci a teatro anche oggi, a parlare di cultura”, ha affermato il primo cittadino di Magliano Sabina Giulio Falcetta, in occasione della Intitolazione della biblioteca comunale a Guido Poeta. Una storia nella storia: durante l’incontro “Magliano, il Maestro, la Storia”, moderato dal giornalista Edoardo Poeta, alla presenza di Caterina Placidi (responsabile biblioteca ed archivio) si sono ripercorsi 60 anni di storia maglianese nei quali è stato prezioso il ruolo di Guido Poeta, insegnante, bibliotecario, archivista, storico e scrittore, nato a Magliano Sabina il 6 marzo 1937 e scomparso il 12 gennaio del 2022. L’evento si è tenuto presso il Teatro Manlio, con l’ottima regia di Luciano e Giacomo Minestrella, per poi spostarsi in Via Falconi, per la scopertura della Intitolazione.
“Ho un rammarico, quello di averlo incrociato per tutta la vita senza poterlo incontrare, da alunno invidiavo i coetanei che mi raccontavano numerosi aneddoti, da cittadino ho assistito alle attività culturali da lui promosse, da amministratore alle riunioni col sindaco – ha proseguito Giulio Falcetta – Oggi mi godo questa iniziativa, una occasione per conoscerlo fino in fondo e ripercorrere 60 anni di storia della città, per la quale non si è mai risparmiato. E’ un onore rendergli omaggio mettendolo al centro della nostra comunità, grazie a questa intitolazione lo rimarrà per sempre. Le sue non sono state solo intuizioni fantasiose ma azioni concrete, che hanno preso corpo con la biblioteca e l’archivio storico, per i quali il suo impegno è stato costante. Lo dobbiamo onorare, traghettando la sua eredità alla prossima generazione. Abbiamo l’obbligo di seguire il suo insegnamento, di crescere nella cultura e nella storia della nostra comunità”.
“Mia madre era in stato interessante, quando fu investita del compito di aprire la sede nelle ore pomeridiane – ha ricordato Edoardo Poeta -. Ricordo che tutti mi consideravano come il bambino della biblioteca. Io non mi sono mai annoiato, perché mio padre ha dato vita a circoli di lettura, redazioni, ha ospitato filodrammatiche, è stato seminale, molte istituzioni ed eventi li abbiamo visti nascere proprio in questo luogo”.
Suo grande merito quello di aver dato l’avvio al funzionamento della biblioteca comunale senza nulla pretendere e dando una sua peculiare impostazione, quella di una partecipazione allargata con un coinvolgimento in particolare dei giovani del luogo, anche nella stessa gestione ed apertura. Senz’altro grazie alla professione di Maestro comprese la necessità di una partecipazione attiva dei bambini e ragazzi e l’importanza di una educazione volta alla ricerca ed alla lettura.
Mario D’Ubaldo, suo ex alunno, ricorda:”Guido portò noi ragazzi a gestire la biblioteca, insieme ad Alida Poeta avevamo l’incarico di tenerla aperta il pomeriggio. In quel periodo andare in biblioteca a fare ricerche era un po’ come viaggiare in rete. Ci aveva spiegato bene come muoverci, fummo di grande supporto a molti giovani. Il suo merito fu quello di suscitare in noi grande curiosità. La biblioteca diventò un centro promotore, teso ad elevare l’interesse per la lettura ed a promuovere iniziative culturali, oltre agli studi e ricerche sulla storia locale”.
Ma la biblioteca per alcuni ragazzi diventa anche una famiglia, ha ricordato Laura Scanu, oggi insegnante, scrittrice e a suo modo bibliotecaria:
“Appena arrivate a Magliano, nel luglio del 1971, io e mia sorella non conoscevamo nessuno e ci rifugiavamo in biblioteca perchè qui trovavamo una famiglia. C’erano tanti libri di narrativa per ragazzi, fumetti ed enciclopedie, c’era un pullulare di coetanei che facevano ricerche. Significativa anche la presenza di riviste, dei classici della Disney, di alcune copie di Mafalda e Peanuts di Schulz, negli Anni Settanta si aggiunse anche la lettura di giornali”.
L’Istituzione bibliotecaria, nata con delibera del 23 febbraio 1962, è stata diretta da Guido Poeta fino al 1976, anno delle sue dimissioni che non inficeranno un supporto dall’esterno ed una sinergia con Libero Grimani, allora assessore alla cultura, che decise di potenziare la struttura, il personale e le attività realizzando appieno l’idea originaria di Poeta, quella di essere centro promotore e coordinatore di manifestazioni pubbliche. All’interno della biblioteca tra le realtà più significative Edoardo Poeta ricorda nel 1966 la rivista culturale Argomenti, che si trasformerà in Incontri ( nei 23 anni di uscita diventerà una straordinaria testimonianza di identità locale, grazie ai numerosi articoli di storia e cultura maglianese), il Circolo di lettura e il Circolo degli scacchi. Ricostituita anche la Filodrammatica Conti Serafini. L’attività di Guido Poeta non si limiterà però alla biblioteca, si occuperà infatti per ben 27 anni (a partire dal 1995 e fino al gennaio 2022), sempre con spirito volontaristico e grande dedizione, dell’Archivio, così come ha ricordato l’ex sindaco Paola Fratoni, durante la cui legislatura sarà anche assessore ai lavori pubblici (Psi).
“Innanzitutto dobbiamo a Guido il salvataggio dei libri dei Passionisti e la loro sistemazione in biblioteca. Ricordo che si era pensato di lasciarli all’archivio ma lui si oppose e questo fu un fatto vitale per la biblioteca stessa. Va ricordato che fu anche un ottimo archivista, grazie al suo lavoro Magliano ha in dotazione un materiale documentario immenso. Originale anche l’accesso alle fonti, ha costruito una consultazione che non ha eguali, mettendosi dalla parte del comune fruitore”, ha precisato l’archivista Caterina Placidi.
Biblioteca ed Archivio si fonderanno negli Anni Settanta creando un patrimonio di grande spessore.
Una storia lunga e per nulla facile quella della Biblioteca maglianese, ben riassunta nella pubblicazione “La biblioteca comunale di Magliano Sabina (1863-1978)” edita da Edizioni Incontri e riassunta da Edoardo Poeta.
Per parlare della biblioteca occorre partire da lontano, esattamente dal Risorgimento e dalla Collina del Giglio. Prima abitato dai Minori Osservanti di San Francesco fu da loro abbandonato nel 1820 e, grazie al Cardinale Carlo Odescalchi, occupato dai Passionisti che fecero il loro ingresso nel Giglio nel 1836. Il 4 novembre del 1860 Magliano entrò nel Regno d’Italia, la conseguenza fu la soppressione degli ordini religiosi e non furono certo esenti i Passionisti del Giglio. Tra i beni appartenuti al Convento una “libreria claustrale” fatta di libri, codici e manoscritti. Il 22 maggio del 1863 il Consiglio comunale fu chiamato ad occuparsi della loro sistemazione e della individuazione di un bibliotecario, sarebbero però dovuti trascorrere altri dieci anni prima che il comune ne entrasse in possesso e deliberasse a proposito della sua sistemazione. Il 5 maggio del 1872 la Sotto Prefettura di Rieti aveva informato l’allora sindaco sul fatto che il Ministero della Istruzione si era attivato affinché la libreria dei Passionisti fosse assegnata alla comunità. Il Sotto Prefetto lodava il comune per l’intento di provvedere nel suo territorio alla istituzione di una pubblica biblioteca con presenza di un bibliotecario. Di fatto per vari disguidi di quella biblioteca, che doveva essere aperta e resa fruibile, non si sentì parlare per anni. Dal 1863 al 1941 nessuna traccia se il Podestà dichiara, su richiesta della Regia Soprintendenza Bibliografica, che nel comune non esisteva alcuna biblioteca e nemmeno fondi provenienti da congregazioni, a parte un fondo di 800 volumi del Seminario sabino. In particolare sui preziosi libri, codici e manoscritti, calò l’oblio fino al 1995, sarebbero infatti stati recuperati proprio da Guido Poeta, divenuto responsabile dell’Archivio comunale. Libri che furono assegnati poi (una volta restaurati) alla biblioteca e non all’archivio, così come spiegato dall’ex sindaco Paola Fratoni.
La situazione cambia nel 1951 allorchè il primo cittadino Raffaele Botti, rispondendo alla richiesta della Soprintendenza Bibliografica per il Lazio e l’Umbria, comunica l’esistenza di due biblioteche: la prima nel seminario vescovile, la seconda presso l’ex scuola Dante Alighieri con stanziamento di fondi comunali. L’idea di Botti sarà quella di aprire alla cittadinanza la biblioteca scolastica per i docenti, da questa iniziativa vengono gettati i semi di ciò che sarebbe accaduto successivamente.
Ad una biblioteca vera e propria si arrivò il 23 febbraio del 1962, le premesse dell’atto consiliare partivano dalla considerazione che le istituzioni scolastiche presenti ne avrebbero giovato e la spesa necessaria per il funzionamento sarebbe stata modesta, per il personale (formato da Guido Poeta, dalla moglie Anna Fratoni, da Luciana Grillini, una studentessa che lo aveva aiutato dal 1970 e da altri giovani, tra cui l’attuale presidente di Ancescao Lazio, Alida Poeta) non ci sarebbe stato alcun costo.
La biblioteca diventa subito centro propulsore culturale, nel Regolamento gli scopi sono chiari: dare sviluppo all’interesse per la lettura incoraggiando la diffusione di libri educativi, promuovere iniziative a carattere culturale, studi e ricerche sulla storia locale. Impegni mantenuti, l’accesso era consentito a chi avesse almeno 15 anni di età, ma anche ai bambini e ragazzi fu permessa la consultazione di libri adatti alla loro età.
In anni più recenti Guido Poeta ha proseguito nella sua attività di ricercatore, ha scritto molti libri ed articoli (20 tra pubblicazioni e saggi sulla storia di Magliano Sabina) lasciando inedite due opere alla sua scomparsa: una Storia di Magliano Sabina pubblicata postuma (nel 2022) e pensata in origine per la scuola e uno stradario storico delle vie e delle contrade della cittadina. Ha curato anche, per le Edizioni incontri, la pubblicazione di due autori maglianesi, Pellegrino Fratini (I pastocchiari) e Claudio Tondinelli ( La conta delle stagioni ed altri).
La storica Maria Salvitti, presente alla manifestazione, ha ricordato l’apprezzamento nei confronti di Guido Poeta del noto storico Giuseppe Tamburrano, autore della prefazione ad un suo libro: “Ricordo che volle conoscerlo e che alla affermazione io sono uno storico locale rispose no, tu sei uno storico contemporaneo, hai seguito la scuola francese tirando fuori documenti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti e dando voce alle piccole realtà“.