di Maria Grazia Di Mario
“Peppino credeva nello Stato, pur provenendo da una famiglia di mafia. Credo che oggi sia importante essere qui, mentre viene approvata questa Delibera che ci spinge tutti ad andare avanti, a prescindere dalle proprie idee politiche e ad aver fiducia nelle Istituzioni perchè la loro vicinanza dà speranza e un esempio alle nuove generazioni, anche in territori nei quali i fenomeni di mafia sembrano essere lontani. Sono passati 60 anni anche per Peppino. Il 1963 fu un anno memorabile, non solo per la biblioteca di Poggio Mirteto ma fu anche l’anno che siglò la rottura, per mio fratello, non solo dal contesto sociale ma soprattutto all’interno della propria famiglia, di origine mafiosa. Fu l’anno della uccisione di uno zio, lo zio muore nel 1963 probabilmente perché non riuscì a garantire una buona fetta di potere che i mafiosi pretendevano. Ricordo che il giorno della strage capitammo sul luogo e vedemmo lo scempio, furono trucidati anche il fattore e il cane. Io avevo 10 anni, Peppino 15, ricordo che si espresse così “se questa è mafia io per tutta la vita mi batterò contro” e mantenne la promessa fino alla sua morte nel 1978, anno in cui fu eliminato peraltro anche Aldo Moro. Nel 1978 Peppino si candidò nella lista di Democrazia Proletaria per le elezioni comunali, ma non ne conoscerà mai il risultato. Questa intitolazione è stata una risposta ad una ingiustizia che non meritava e non è cosa di poco conto perchè le biblioteche sono templi di cultura. Bisogna tornare al dibattito politico anche allo scontro se necessario, per la difesa dei territori dai rischi delle infiltrazioni mafiose, dalla speculazione edilizia, nel rispetto dell’ambiente, tenere bene in mente la frase di Peppino “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura, l’omertà“.
Con queste parole Giovanni Impastato, fondatore della Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato (www.casamemoria.it), ricordando l’intenso impegno culturale ma anche giornalistico e politico del fratello (un impegno sempre libero da condizionamenti ideologici), ha partecipato alla Celebrazione dei 60 anni dell’Istituzione della Biblioteca di Poggio Mirteto, che ha visto la convocazione di un Consiglio Comunale Straordinario, presieduto dal presidente Giuseppe Rinaldi. L’evento, organizzato con il supporto del Teatro delle Condizioni Avverse, ha visto l’emanazione ed approvazione di una delibera voluta dall’assessore alla cultura Cristina Rinaldi, la 138 del 6 febbraio 2023, con la quale si è di fatto sancito l’alto valore culturale della Biblioteca dedicata dal 2011 a Peppino Impastato, grazie ad una iniziativa dell’allora consigliere regionale Fabio Refrigeri.
“L’idea è venuta dalla esigenza di festeggiare i 60 anni della Biblioteca. Avendo riscontrato dalle carte di archivio una fruizione negli anni senza interruzioni e il suo essersi delineata quale importante presidio culturale, luogo di riferimento non solo per gli amanti della lettura, ma di coinvolgimento attivo in grado di favorire lo sviluppo di competenze contribuendo notevolmente alla crescita della comunità e di recente anche quale presidio di legalità, conseguenza della intitolazione a Giuseppe Impastato, si è considerata pertinente la dichiarazione di alto valore”, ha spiegato l’assessore.
Di anni ne sono passati 60 dalla nascita della Biblioteca di Poggio Mirteto, più di 60 se consideriamo che nel 1959, con una lettera, la Provincia sollecita il comune nella istituzione proprio di una biblioteca, assieme ad Amatrice ed Antrodoco, così come ha ricordato l’assessore Rinaldi che ha ripercorso le tappe salienti della storia.
Nel 1961 Pierino Armini, primo bibliotecario, si vide arrivare i primi testi, pochi ma fondamentali “per averci accompagnato nel percorso scolastico“, ha ricordato il sindaco Giancarlo Micarelli, sempre nel 1961 l’allora sindaco Franco Coccia continua a seguire l’iter di allestimento, nel 1962 viene comperata una attrezzatura ad hoc, il 1° luglio del 1963 la giunta delibera l’impegno di una nuova somma da destinare al funzionamento, il 15 settembre del 1962 il locale è pronto, nel 1963 arriva un contributo dal Ministero, sempre nel 1963 il sindaco invia alla provincia un resoconto, il 25 giugno del 1963 il primo cittadino rende noto che la biblioteca è entrata in attività, dalle ore 16,30 alle ore 19,30. Il 6 settembre del 1963 il sindaco chiede l’invio della Enciclopedia Treccani. In poco tempo le tessere aumentano da 30 a 177, siamo sempre nel ’63. La biblioteca aveva raggiunto un tale movimento di fruitori che Armini (il referente provinciale) scrive alla Soprintendenza una relazione nella quale parla di 370 volumi, di cui 260 di narrativa. Nel 1965 ospita una importante Mostra dantesca. Negli anni a seguire diversi volumi vengono donati dal Ministero. Siamo agli anni Ottanta, 12 comuni della Sabina si uniscono in un Consorzio che gestisce le biblioteche fino al 2004, anno dello scioglimento, nel 2005 nasce il Sistema bibliotecario della Bassa Sabina, integrato con il Sistema degli Archivi storici e Musei, cui passa la gestione bibliotecaria.
“E nel 2011 – così come ha ricordato Fabio Refrigeri – il comune ha la fortuna di rientare tra i 5 comuni italiani cui viene riconosciuta e finanziata la possibilità di dedicare il presidio culturale a Peppino Impastato, trasformandosi così in un presidio di legalità con una serie di iniziative rivolte ai giovani ed una ricca collezione di testi tematici al riguardo”. Oggi la biblioteca mirtense gestisce un patrimonio librario di 20.000 volumi, si distingue una ricca sezione musicale e grande spazio è riservato a collezioni letterarie sulla narrativa e la poesia.
“E’ l’unico luogo che ricordo con emozione – ha ricordato il sindaco Micarelli – da lì è iniziata la sfida del Comune nell’aumentare le conoscenze per i nostri territori, favorita dalla presenza del Polo Didattico. Negli anni la biblioteca è cresciuta con la partecipazione di diversi attori, tra cui ricordiamo la bibliotecaria Daniela Tusa ed è motivo di orgoglio vedere questo luogo così partecipato dalla popolazione. Grazie alla intitolazione ad Impastato ci è stato possibile parlare di legalità, anche in luoghi lontani da fenomeni di infiltrazioni mafiose l’impegno contro la discriminazione e la disinformazione deve essere costante”.
“A Cinisi – ha ricordato Giovanni Impastato, a conclusione dell’incontro – la biblioteca è stata trasferita in un luogo confiscato a Badalamenti. Una vittoria resa possibile proprio dal supporto delle sane istituzioni e dal sacrificio di chi ha versato sangue per costruire un Paese migliore. Da qui l’importanza di iniziative come questa di Poggio Mirteto, in grado di dare fiducia e speranza alle nuove generazioni”.