di Elisabetta Faraglia
Grande successo di pubblico per il Convegno “Il Racconto di Farfa. La narrazione dell’Imperiale Abbazia nel corso dei secoli” https://youtu.be/mJmPBxYtm5E che si è tenuto domenica scorsa nella Sala Multimediale della Biblioteca farfense dove professori e ricercatori hanno parlato della realtà abbaziale con altre lenti: quelle della letteratura (antica e moderna). L’idea, nata dallo storico della letteratura Marco Testi e accolta dal Padre Priore Dom Eugenio Gargiulo, ha aperto una nuova strada di ricerca che spinge a cercare Farfa tra le righe di un testo, prezioso “depositario” di un sapere che abbraccia storia, arte, cultura e spiritualità di un territorio che ritroviamo tra le più vaste maglie del mondo.
Dalla necessità di scrivere per tramandare un patrimonio con l’amanuense Gregorio da Catino all’esigenza di tracciare un più chiaro profilo dell’alto spirito benedettino che qui da sempre dimora con la narrazione dello Schuster; dall’assenza di una documentazione che diventa il segno di una storia sospesa fino agli autori più recenti che attraversano la materia con la forza penetrante dell’immaginazione (che non significa falso). Questo e molto di più è emerso dall’incontro che è stato presieduto e moderato da Mons Giuseppe Sciacca, Presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica. Presenti al tavolo Dom Eugenio Gargiulo OSB, Priore dell’Abbazia di Farfa (L’Imperiale Abbazia di Farfa nella narrazione dello Schuster); Umberto Longo, ordinario di Storia Medioevale presso La Sapienza Università di Roma (Gregorio da Catino: memoria e scrittura); Marco Testi, critico letterario e storico della Letteratura (L’Abbazia di Farfa nella narrativa contemporanea); Roberto Lorenzetti, storico (Farfa tra narrazioni del passato e rappresentazioni iconografiche) e con la partecipazione di Riccardo Simonetti che ha letto e interpretato dei brani tratti dalle opere citate.
“Si è trattato di un incontro culturale di alto profilo – osserva Monsignor Sciacca -. I relatori, persone altamente qualificate, hanno offerto un prezioso contributo rendendo peraltro la materia accessibile al vasto pubblico. Dall’incontro è emerso il prestigio e la monumentalità di Farfa che ha conosciuto alterne vicende e che adesso conosce una significativa ripresa. Intanto come comunità monastica benedettina, perché Farfa così è nata, così ha vissuto e così dovrà vivere. Parimenti è stato un momento di aggregazione e di incontro in cui ci si è confrontati con prospettive culturali e si è preso consapevolezza della singolarità e preziosità di questa realtà monastica che è storia ma anche attualità e speriamo anche futuro”
“C’è stato un grande successo di partecipazione e questo ci fa capire quanto sia importante fare questo tipo di attività per far conoscere in maniera meno paludata, rispetto a un discorso meramente storico e tecnico, la storia e il rapporto che un’istituzione di questo genere ha con il territorio e con la memoria legata ad esso – spiega il professor Longo -. Senz’altro è stata un’occasione pienamente colta e che ha dato i suoi frutti. Si sono incrociate competenze, punti di vista e sguardi differenti tra cui quello archivistico che in maniera molto bella ha fatto ripercorrere un po’ anche le rappresentazioni di questo luogo nel corso dell’età moderna, le origini medievali e le riprese. Quello che è bello di Farfa è la continuità nel tempo: dal fondatore Tommaso di Morienna passando per Gregorio da Catino per arrivare a Ildefonso Schuster e proseguire fino alla letteratura dei nostri giorni. Mi sembra veramente una bella testimonianza dell’importanza di questo luogo che oltrepassa la sua espressione spaziale per divenire aggregante di comunità e anche di civiltà. I luoghi come Farfa sono patrimoni non solo locali o regionali ma diventano posti che vogliono significare qualcosa, una presenza culturale e di testimonianze di spiritualità che vanno aldilà dei confini”.
“Incontri sulla storia di Farfa ce ne sono stati tanti e tutti autorevolissimi – sottolinea il dottor Roberto Lorenzetti -. Però è la prima volta che partecipo a un convegno incentrato sul modo in cui è stata raccontata dagli altri. Credo che sia stato utile e stimolante. Sono venute fuori delle cose interessanti sia da quanto è emerso dalla letteratura antica e contemporanea sia da quanto non è emerso – cosa di cui mi sono occupato io – ossia dall’assenza di testimonianze del periodo tra il Settecento e Ottocento, coincidente con la peggior crisi di Farfa, quando non esisteva quasi più nell’attenzione dei viaggiatori, per esempio. Interessante scoprire questo buco a cavallo dei due secoli così come la piena ripresa di Farfa che torna in auge nella letteratura novecentesca. Una riflessione di questo tipo era necessaria ed è stata una cosa intelligente averla fatta”.
“E’ stata una giornata stupenda perché non ci si aspettava un afflusso così grande di persone – spiega il professor Testi -. Questo ci dice che anche quando si tende a parlare di cultura, in questo caso di letteratura, se lo si fa dal punto di vista giusto la gente partecipa. Un afflusso così importante di persone manifesta molte cose: l’attenzione verso la storia di Farfa, verso la letteratura, verso lo spirito del luogo. Aspetto quest’ultimo che rimanda ai romantici tedeschi che sapevano che ogni luogo ha un proprio spirito, un genius loci, quel genio del luogo la cui emanazione affascina da sempre le persone. Il fatto che a un convegno quasi specialistico di letteratura sia venuta tanta gente che ha peraltro seguito con grande attenzione, lo reputo un invito a continuare. E’ un primo passo verso una nuova stagione di connubio fra territorio, arte, cultura e spiritualità”.
“Quando Marco Testi mi proposte questo convegno all’inizio non rimasi tanto entusiasta. Ma avendomi assegnato un tema specifico man mano che andavo avanti ne capivo l’importanza. Inoltre questa sera ascoltando gli altri interventi ho colto altri stimoli da vagliare e approfondire con un altro appuntamento da stabilire non appena sarà possibile” queste le parole del Priore Gargiulo a conclusione del Convegno “Il Racconto di Farfa” che si spera essere il primo passo di un lungo cammino.