Fernanda Romagnoli, poetessa, nacque a Roma nel 1916 dove si spense nel 1986, a causa di una lunga malattia. Le sue poesie, pubblicate tra il 1943 e il 1980 sono raccolte in quattro sillogi (Capriccio, Berretto rosso, Confiteor e Il tredicesimo invitato). La poetica della Romagnoli è pervasa da lirismo e drammaticità, da versi dirompenti, metafisici e mistici nella dolorosa ricerca della spiritualità. Purtroppo ai non “addetti ai lavori” la poetessa risulta pressoché sconosciuta, poiché seppure le sue poesie siano notevoli è caduta nell’ oblio, come spesso accade. Grazie a Donatella Bisutti la sua opera edita “ll tredicesimo invitato” è stata fortunatamente ripubblicata da Scheiwiller. La Romagnoli è stata accostata a Emily Dickinson, da molti critici, per alcune analogie poetiche con quest’ultima, per il lirismo, ma anche per la malattia e la propensione all’isolamento. Alle lettrici e i lettori di Sabina Magazine scelgo di proporre, anche in audio, la composizione di Fernanda Romagnoli intitolata “Poi”.
Poi ti raggiungerò/
là dove – abbandonata/
la via terrestre, simile/
a rotaia in disuso –/
s’incammina lo spirito, esitante,/
confuso ancora al grido, ancora all’orlo/
della sua cieca vibrazione umana./
Io ti raggiungerò/
dove tu «Sono qui!»/
balenerai, che ancora dalla fascia/
del buio mi districo./
«Qui dove» – nell’angoscia/
di troppa luce, nessuno distinguendo –/
ti griderò. Ma già saremo Uno./
Parole struggenti e suggestive. Versi che sembrano “gridare” sentimenti dolorosi, verso la ricerca della quiete mistica, dell’assoluto. La fine del cammino terreno, preludio di quello spirituale, che vede il ricongiungersi,
l’ impossibilità a continuare il percorso della vita, come ineludibile destino, come materialità pur se essa lascia il posto alla immaterialità. Lo spirito appare esitante e incerto, ma poi subito guidato e accolto dalla ” luce”, abbagliante che tutto riunisce, che tutto fonde. Una sorta di liberazione per la poetessa.