Da Officina Politica (Rieti) riceviamo e pubblichiamo
La sanità al collasso che piace trasversalmente alla politica
Dopo cinque anni a braccetto con la DG ASL D’Innocenzo, dopo la surreale convocazione in Consiglio comunale del Natale 2020 per scambiarsi gli auguri natalizi, il vicesindaco e candidato sindaco Sinibaldi scopre dalla rassegna stampa (parole sue) che una larghissima fetta dei cittadini di Rieti sono costretti a recarsi fuori provincia per ottenere i servizi sanitari negati a Rieti.
Il candidato afferma che non è necessario ricorrere a statistiche o ad altri approfondimenti, per verificare lo stato dei servizi sanitari.
Gli consigliamo, da candidato, di andarsi a rileggere le dichiarazioni e riconsiderare le azioni di coloro, come NOME Officina Politica, che sostituendosi ad amministratori e consiglieri, hanno ormai da anni puntato il faro sulla conduzione della ASL di Rieti, proprio con dati e fatti alla mano e non in base a “chiacchiere” in campagna elettorale a tre mesi dalle elezioni.
È evidente piuttosto che Sinibaldi sapesse da tempo che la gestione ASL era ed è disastrosa, ma finora gli è convenuto tacere o peggio ancora flirtare con la sua dirigenza ad ogni occasione utile.
Questa trasversalità era sospetta, NOME la denunciò già quasi due anni fa e il sindaco ci tacciò di “insetti”.
Non sorprende tanto il cambio repentino del giovane candidato Sinibaldi (ampiamente prevedibile), quanto il PD ed il suo candidato Di Berardino, che proprio in questi giorni a ridosso delle primarie è alacremente all’opera con la dirigenza ASL (dandone testimonianza sui social), ma non la difende.
Ne comprendiamo le motivazioni. Non è facile difendere l’indifendibile e se anche si trovasse il coraggio, ormai non converrebbe e sarebbe un boomerang: ormai il PD è fuori tempo massimo e i reatini sulla sanità stanno con Sinibaldi, al quale perdoneranno incoerenza e opportunismo.