Lorena Paris presenta una poesia di Patrizia Cavalli
“Bene, vediamo un po’ come fiorisci, /
come ti apri, di che colore hai i petali,/
quanti pistilli hai, che trucchi usi/
per spargere il tuo polline e ripeterti,/
se hai fioritura languida o violenta,/
che portamento prendi, dove inclini,/
se nel morire infradici o insecchisci,/
avanti su, io guardo, tu fiorisci./ “
da “Poesie” di Patrizia Cavalli, Einaudi Edizioni, 1999.
Versi sferzanti che sembrano come “gridati”.
Un veloce fluire di domande assertive che hanno il sapore di una sfida. La naturalità, la vita, la vitalità, lo scorrere del tempo e l’ineluttabilità che assumono le sembianze di un fiore, come splendida metafora. Nella poesia, la Cavalli osserva e vive la realtà, traendone forza. La sua, è poetica che preferisce il fare, la considerazione agente, il concetto incisivo. I suoi versi si fanno verbo oltre la mera azione.
Patrizia Cavalli nasce a Todi e vive da tempo a Roma. È nome autorevole della poesia contemporanea.
Le sue raccolte più note, con Einaudi Edizioni:
“le mie poesie non cambieranno il mondo” (1974)
“Poesie 1974-1992” (1992),
“Sempre aperto teatro” (1999),
“Pigre divinità e pigra sorte” (2006),
“Datura” (2013),
Vita meravigliosa (2020).
“Con passi giapponesi” è il suo primo libro di piccole prose.
In collaborazione con Diana Tejera ha pubblicato un libro e un cd di canzoni intitolato
“Al cuore fa bene far le scale”
(Voland 2012).