Il potere delle parole, la scelta della speranza: sono i due poli intorno a cui quest’anno ruota il festival Con Francesco nella Valle, Tu sei speranza. Voci e musiche di un tempo sospeso, in programma sabato pomeriggio dalle 15,30 a Piazza Mazzini. Organizzato dall’omonima associazione nata nel 2018 per promuovere i valori francescani impressi nella cultura, nel paesaggio e nel patrimonio storico e artistico della valle reatina, il festival rispecchia in pieno il tempo presente, ancora “sospeso” per effetto di una emergenza sanitaria e sociale non del tutto superata.
“Papa Francesco ha detto che c’è qualcosa di peggio di questa crisi: il dramma di sprecarla. Da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o usciamo peggiori. Noi crediamo che si possa imparare molto da quello che abbiamo vissuto e che si possa uscirne meglio di come ci siamo entrati” dice Stefania Marinetti, che all’impegno nella gestione della Mensa di Santa Chiara unisce quello del coordinamento del festival. “Quest’anno abbiamo stretto all’essenziale il festival e l’abbiamo orientato all’accoglienza e all’ascolto: accoglienza di tutti coloro che vorranno essere in piazza insieme a noi e ascolto di chi ha vissuto questi mesi di crisi in situazioni particolari che meritano di essere conosciute se vogliamo imparare la lezione”.
A Piazza Mazzini, sulla piattaforma del festival, a partire dalle 16 saliranno Alessandra Ferretti, direttrice dell’Unità di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale provinciale di Rieti, Pierluigi Salvi, duramente colpito dal Covid, due studentesse del Liceo Classico “Varrone” e Zia Jafari, rifugiato afghano, affiancato dal mediatore Ali Wahdat. Ciascuno racconterà la sua esperienza di medico, paziente, studente, migrante a Rieti al tempo del Covid. Un racconto guidato da padre Renzo Cocchi e scandito dalla musica del Duo Synfonè, Giovanni Rossi alla chitarra e Gabriele Pirrotta al flauto. Alle 17,30 seguirà la messa presieduta dal vescovo Domenico, come momento di ricordo e di celebrazione.
“La speranza era e resta il nostro modo di guardare la vita e stare al mondo – conclude Marinetti – L’emergenza, specie sul fronte sociale, purtroppo continua ed è per questo che abbiamo scelto di concentrare lì le maggiori energie e risorse nostre e del mondo che ci sostiene. Ma anche incontrarci di persona, parlarci e ascoltarci è importante: per questo vi aspettiamo sabato al festival”.