Cosa lasceranno le alluvioni dietro di sé?
Vedremo se è stata imparata la lezione degli allagamenti di dieci anni fa, da cui è scaturito poco o nulla. Da quanto apprendiamo, sui vari tavoli aperti le domande di oggi sono le stesse della precedente alluvione, sintetizzabili in una sola: è stato rispettato il disciplinare di gestione?
Unitaria è stata, per la prima volta nella consiliatura, la voce che si è alzata dal Consiglio Comunale, che ha richiesto l’impegno del Sindaco alla verifica degli obblighi di ERG rispetto alle norme contrattuali.
Quello che sorprende è che, a quanto emerge anche dal contenuto di alcune audizioni (in particolare, quella in Comune di Rieti presso la Commissione Consiliare convocata sul tema), le norme che disciplinano il rapporto contrattuale con ERG (e, prima, con i precedenti gestori) sono conosciute in forma parziale, smembrata, parzializzata tra diversi Enti coinvolti. Per non parlare della perdita di memoria storica dovuta a pensionamenti, trasferimenti di personale, ed Enti che si sono sciolti, accorpati, modificati.
La mera conoscenza del complesso normativo che regola la tutela ambientale, la compartecipazione economica agli utili, la gestione delle infrastrutture e dei corsi d’acqua, pare anch’essa frammentata, a salire di livello, dai comuni rivieraschi fino alla Regione.
La interrogazione di Pirozzi in Regione, in buona parte sintetizzabile in “siamo in possesso delle regole di gestione?” e “le regole, sono state rispettate?”, non pare, da quanto NOME ha potuto valutare, essere semplicemente strumentale alla polemica politica, come è stato detto da alcune parti, ma attiene alla conoscenza di base delle regole del gioco.
A tal proposito, apprendiamo la prossima attivazione, da parte dell’Assessore regionale Alessandri, di un “tavolo” che comprenda le Associazioni di Categoria. Se tale scelta è politicamente comprensibile, date le persone ed aziende danneggiate dalle alluvioni, limitato è ovviamente, per funzioni, il contributo tecnico che potranno offrire. Auspichiamo quindi anche il coinvolgimento, in forma ufficiale, di una struttura tecnica indipendente per la puntuale verifica dell’adempimento delle prescrizioni contenute nei disciplinari di gestione di invasi e corsi d’acqua, non limitati al solo evento calamitoso.
A mero titolo di esempio, se, come dichiarato, tratti del Velino oggi sono in grado di garantire un deflusso pari al 60% di qualche decennio fa, abbiamo necessità di una azione immediata, ad opera del soggetto che ne detiene la competenza, unitamente agli interventi fondamentali rilanciati dal Direttore del Consorzio di Bonifica Gregori, che ha ben chiarito alcuni elementi di dinamica fluviale. Mentre dal punto di vista giuridico, vanno affrontati anche diversi nodi, tra cui quelli evidenziati da Cruciani rispetto agli aspetti concessori ed ambientali.
Inoltre, siamo certi che il complesso delle normative dal 1952 ad oggi non sia affrontabile su un altro tavolo, pur importante e meritoriamente attivato, come quello in Prefettura: riteniamo infatti necessaria una struttura tecnica permanente e dedicata presso la Provincia di Rieti.
Una struttura in grado di rappresentare unitariamente le istanze di Enti territoriali e dei portatori di interesse, in possesso di professionalità tecnico scientifiche in grado di supportare la azione politica e la interlocuzione sia con la Regione che con le multinazionali che operano sul territorio.
Limitare la crisi appena (e fortunosamente) passata parlando di “dighe” è quanto di più sbagliato si possa fare. Occorre una presa di coscienza del sistema integrato che dalle montagne dell’Abruzzo conduce al Velino-Nera, sistema che, unitariamente concepito oltre un secolo fa, deve ugualmente tornare ad essere trattato e, nel caso di specie, controllato e verificato.
NOME Officina Politica ha già proposto alla Città ed al territorio alcune opportunità, ulteriormente approfondite in queste settimane. Sarà nostra intenzione il coinvolgimento fattivo degli amministratori pubblici e della Politica, nel merito.